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"Case chiuse e affido Così il governo fa a pezzi il diritto di famiglia"

La vicepresidente Fi della Camera: «Gli appelli per la parità? Ipocriti, temi sempre ignorati»

"Case chiuse e affido Così il governo fa a pezzi il diritto di famiglia"

Milano Onorevole Mara Carfagna, letto l'appello del ministro Giulia Bongiorno: «Donne di destra, lottate per la parità». Lo accoglie?

«Pronta: ma allora mi aspetto che il governo ritiri il ddl Pillon e quello sulle case chiuse».

Appello ipocrita?

«L'appello va bene ma è un problema di linea politica: qual è la loro?»

Partiamo dal ddl Pillon, legge che introdurrebbe la bigenitorialità perfetta. Pessima perché?

«È assurda: si stabilisce la spartizione del bambino tra mamma e papà: 14 giorni a testa. Ma il bambino non è un pacco postale».

E soprattutto in quale ambiente crescerebbe?

«Infatti: facciamo l'esempio di una mamma che vive in periferia e fa la commessa a 800 euro al mese, mentre papà vive ai Parioli e ha uno stipendio da professionista. Il figlio dove cresce? A metà strada? In che ambiente? Con quali amici?».

Il ddl Pillon tocca anche l'assegno di mantenimento: spesso i figli vengono utilizzati strumentalmente per interessi economici.

«Non c'è dubbio che a volte accada ma sono casi singoli. E sui casi interviene il magistrato. E comunque non è una ragione sufficiente per demolire il diritto di famiglia»

La Lega è a favore della riapertura delle case chiuse. Altro obbrobrio?

«Certo. Ringrazio il capo dello Stato Mattarella che ieri al Quirinale ha mostrato il vero volto della prostituzione: violenza e schiavituù. Mi indigna pensare che qualcuno voglia spacciarla per un mestiere come un altro».

Però ci sarebbe maggiore controllo.

«No, dietro la prostituzione c'è sempre una forma di sfruttamento. E pensi che anche in Paesi dove hanno cercato di controllarla, come in Germania, si sta facendo dietrofront».

Modello superato, quindi?

«Lo abbiamo superato 61 anni fa».

Quindi no al ritorno al pre Merlin?

«Mi sembra un governo che abbia troppa nostalgia del passato: ritorno delle case chiuse, stop alle infrastrutture, no ai negozi aperti alla domenica. Salvini vorrebbe pure il ritorno dei telefoni a gettoni... Facciano ciò che vogliono ma sulla dignità delle donne non si torna indietro».

Lei ha retto il ministero delle Pari opportunità, poi abolito.

«Governo Renzi. A dimostrazione che anche la sinistra ha avuto scarsa attenzione ai diritti e alle istanze delle donne».

La destra era più attenta?

«Per i governi Berlusconi era una priorità. Le cito solo la legge sullo stalking, il primo piano nazionale contro la violenza, le campagne di sensibilizzazione, la prima conferenza mondiale sulla violenza contro le donne, presieduta da me nell'ambito del G8».

Non c'è più il ministero ma le deleghe le ha il sottosegretario grillino Vincenzo Spadafora.

«Mi spiace aver sentito poco la sua voce ultimamente».

Sul sito del dipartimento, però, raccontano un'altra storia: case rifugio aumentate e risorse passate da 10 milioni di euro l'anno a 30. Corretto?

«Macché. Basta raccogliere il grido d'allarme dei centri antiviolenza disseminati sul territorio. Il governo eroga fondi solo sulla carta. O arriveranno chissà quando o si perdono. Di fatto non giungono a destinazione. Questi enti stanno in piedi solo grazie a volontariato e beneficenza, ahimè».

Che lei continua a fare?

«Sì, tutti i mesi devolvo la mia indennità da vicepresidente della Camera ad associazioni che operano nel settore della lotta alla violenza sulle donne o degli aiuti ai disabili».

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