Case e famiglie, l'Italia stanzia dieci milioni per l'accoglienza

Dieci milioni di euro per l'assistenza alla popolazione ucraina e il rafforzamento della rete di accoglienza in vista del flusso dei profughi in arrivo

Case e famiglie, l'Italia stanzia dieci milioni per l'accoglienza

Dieci milioni di euro per l'assistenza alla popolazione ucraina e il rafforzamento della rete di accoglienza in vista del flusso dei profughi in arrivo. Il nuovo decreto, che proroga lo stato di emergenza per l'invasione dell'Ucraina fino al 31 dicembre, incrementa le misure di soccorso per chi fugge dal conflitto portando a 13mila i posti dei centri straordinari che potranno essere attivati dai prefetti, stabilendo che i cittadini ucraini possano essere ospitati indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale.

L'Italia si prepara a ricevere i rifugiati. Centinaia ne sono già arrivati in bus, con pullmini e auto private, alcuni in aereo dai paesi confinanti. Molti altri seguiranno, non si sa quanti, dipenderà dalla durata della guerra. Donne e bambini continuano ad arrivare attraverso i confini con l'Austria e la Slovenia per raggiungere amici e parenti in altre città. In attesa delle linee guide nazionali e delle riunioni delle varie prefetture per organizzare concretamente la gestione dei profughi, è già scattata la macchina dell'accoglienza attraverso canali informali, spontanei. E grazie alla mobilitazione di associazioni e parrocchie. In Veneto il governatore Luca Zaia è pronto a mettere a disposizione 545 posti letto negli ospedali per ospitare gli ucraini che non hanno parenti in Italia. «In 48 ore possiamo fornire riscaldamento e lenzuola a livello di dignità», dice. I volontari sono pronti e non si esclude, se sarà necessario, di chiedere alle famiglie venete la disponibilità delle seconde case. Tra oggi e domani a Milano sono in arrivo i primi fragili e bambini con disabilità dall'Ucraina. Più che vestiti, fa sapere il sindaco Giuseppe Sala, in questo momento «servono fondi da indirizzare a quegli enti che sono certificati, che hanno una storia e che conoscono la realtà ucraina». Il Piemonte, tra le altre iniziative, pensa di chiedere ospitalità temporanea alle famiglie e ce ne sarebbero già 500 a disposizione. È stato anche istituito un coordinamento per il soccorso ai profughi e per raccogliere le donazioni in denaro. Anche a Roma, tra le ipotesi allo studio, c'è quella di replicare il modello di accoglienza diffuso che si adottò durante altre crisi umanitarie destinando una quota di profughi alle famiglie che ne faranno richiesta.

In Toscana, invece, si punta ad adattare all'ospitalità degli ucraini in arrivo gli alberghi sanitari, in questo momento vuoti grazie al calo dei contagi, e i centri di accoglienza. Anche Bologna è pronta ad aprire le porte dei centri di accoglienza mettendo subito a disposizione 200 posti.

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