Case sfitte e assessori sotto inchiesta: i guai del sindaco di Torino

Nel fascicolo il deputato Laus, il titolare dei Grandi eventi e la presidente del Consiglio comunale

Case sfitte e assessori sotto inchiesta: i guai del sindaco di Torino
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A un'ora da Milano, un altro terremoto giudiziario. E questa volta scuote Torino, ma ancora il Partito democratico. La Procura ha chiuso le indagini sulla Rear, cooperativa di Grugliasco con appalti con la pubblica amministrazione - dalla vigilanza museale alle pulizie - e di cui è socio, dal 1986, il parlamentare Mauro Laus (foto a destra), deputato del Pd. Che è indagato con la famiglia, la moglie, i due figli e la cognata. Ieri sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini, per infedeltà patrimoniale e malversazione di erogazioni pubbliche. Un'inchiesta che lambisce anche il Comune alla quale il sindaco Lorusso (foto a sinistra) è del tutto estraneo per gli altri due nomi eccellenti finiti sul registro degli indagati, solo per l'ipotesi di malversazione: l'assessore comunale ai Grandi eventi, Mimmo Carretta, in passato segretario provinciale del Pd, e la presidente del Consiglio comunale, Maria Grazia Grippo, considerati vicini a Laus. I fatti contestati non riguardano però questa consiliatura né l'attività politica. Indagato è anche il presidente della società, Antonio Munafò, anche se per i pm il gestore di fatto sarebbe stato il deputato dem. I magistrati contestano rapporti di lavoro fittizi, nel periodo tra il 2020 e il 2021, per cui sarebbero stati erogati stipendi non dovuti al parlamentare, ai suoi familiari, a Grippo e a Carretta. La procura ipotizza che fossero rapporti di lavoro "non reali".Sotto la lente anche un finanziamento a tasso agevolato, che sarebbe in parte stato utilizzato "al fine di erogare ratei di stipendi in assenza di prestazione lavorativa". Illegittimo, contestano i pm, anche l'uso di alcuni immobili nelle disponibilità della Rear, gestiti per l'accusa in modo improprio, per finalità estranee alle attività della società. Laus avrebbe disposto una casa in centro a Torino, di un garage, di un appartamento a Roma vicino a Montecitorio, di un altro a Riva del Garda, i cui contratti di locazione sarebbero stati intestati alla Rear. Il suo avvocato Maurizio Riverditi ricorda che il mio assistito aveva manifestato piena disponibilità a rendere dichiarazioni ai magistrati, con l'intento di chiarire ogni aspetto della propria condotta nella convinzione che ogni dubbio sulla sua correttezza potesse essere fugato. Quanto alle contestazioni, possiamo confermare che i profili di indagine non hanno alcun collegamento con l'attività politica svolta da Laus, Carretta e Grippo, né attengono in alcun modo agli appalti aggiudicati dalla società. Laus scrive solo una nota sui social: "Affronto questa fase con serenità, consapevole di aver sempre agito nel rispetto delle regole. Confido che i fatti, una volta emersi con completezza, sapranno raccontare la realtà meglio di ogni congettura".

Intanto è polemica in Comune per la delibera di iniziativa popolare che il consiglio si prepara a votare. Mira a sanzionare i proprietari che tengono le case sfitte con disincentivi e multe per chi possiede più di cinque appartamenti e li lascia vuoti. È stata eliminata dal testo la possibilità di "requisizione" degli immobili "per grave e urgente necessità pubblica civile", ma lo scontro continua.

"A Torino i proprietari delle case sfitte possono dormire sonni tranquilli, per ora. Grazie all'ostruzionismo della Lega in aula, è stata rimandata la delibera sugli espropri con la quale il centrosinistra vorrebbe vanificare i sacrifici di tanti torinesi proprietari", attacca il Carroccio.

"Continuare a dire che il sindaco vuole requisire le case è una falsità - commenta l'assessore al Welfare Jacopo Rosatelli - La proposta in questione nasce da un'iniziativa popolare, non dall'amministrazione. Non ci interessa colpire i piccoli proprietari: non è sull'appartamento ereditato dalla nonna che si costruisce una vera politica dell'abitare".

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