Roma - Le tasse continuano a uccidere il settore immobiliare. Nel corso del 2017, infatti, i prezzi delle case in Italia hanno segnato un decremento del 4%, per un valore medio di 1.819 euro al metro quadro. In particolare, specifica una ricerca di Idealista, in 85 capoluoghi sui 103 monitorati si sono evidenziati i cali a due cifre di 11 centri compresi tra il -18,6% di Benevento e il -10,1% di Varese. I ribassi non hanno risparmiato le grandi città, come dimostrano le variazioni, tutte negative, di Roma (-4,3%), Milano e Napoli (entrambe giù al ritmo del 3,8%). La spiegazione risiede nel prelievo fiscale monstre: ai 21,2 miliardi di Imu e Tasi pagati dagli italiani nel 2016 si sono aggiunti anche i 5,6 miliardi di imponibile Irpef sul possesso degli immobili e i 2,1 miliardi di cedolare secca sugli affitti. Se a questi si aggiungono gli oltre 9 miliardi di imposte a vario titolo versate sui trasferimenti di proprietà si superano i 35 miliardi. È chiaro che una simile mole di tasse e balzelli non possa che contribuire al significativo deprezzamento del patrimonio immobiliare del Paese considerato che un immobile che non sia la prima casa e che non sia messo a reddito rappresenta un costo significativo per le famiglie. Anche sugli affitti lo Stato preleva una percentuale non indifferente degli introiti se non si tratta di locazioni abitative.
«Il settore immobiliare non si salva con il bonus giardini», ha twittato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, commentando la conferenza stampa di fine anno del premier Gentiloni in merito alla «mancata istituzione della cedolare secca per gli affitti commerciali, richiesta da maggioranza e opposizione di centrodestra». Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell'ufficio studi di Idealista, «la prosecuzione del trend negativo dei prezzi delle case iniziato nel 2007 dipende anche dall'eccesso di offerta». Nel 2018, aggiunge, «ci aspettiamo una ripresa via via più uniforme con una moderata crescita dei prezzi nelle città medie e in quelle metropolitane».
Tra le poche eccezioni positive del 2017
si segnalano le performance positive di alcune città «al top» per qualità della vita come Trieste (+6,2%) e Sondrio (+3,8%). Le città d'arte Venezia (4.362 euro al metro quadro) e Firenze (3.434 euro) restano le più care.
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