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Casellati unica donna in corsa e via di uscita "istituzionale" dal caos

Al Senato ha tessuto relazioni internazionali. Ma ora è in calo

Casellati unica donna in corsa e via di uscita "istituzionale" dal caos

Dopo essere stata la prima donna al vertice del Senato potrebbe essere lei la prima Presidente della Repubblica? L'operazione sul nome di Maria Elisabetta Alberti Casellati è complessa per un verso, ma per l'altro potrebbe offrire la via d'uscita «istituzionale» da un'impasse che rischia di sfociare in scontro tra gli schieramenti. Anche se ieri, l'iniziativa di Fdi di votare il loro Guido Crosetto sembra complicare l'operazione. Lei, ogni giorno al fianco del numero uno della Camera Roberto Fico nelle operazioni di voto a collezionare fumate nere, naturalmente è al di fuori dei giochi di Palazzo. È la seconda carica dello Stato. Tace e aspetta, anche se il suo cellulare è bollente e dietro le quinte le trattative fervono. Ora che il quorum scende e dalla quarta votazione è possibile una reale conta dei consensi, potrebbe essere portata nell'agone dal centrodestra. La carta fin qui coperta, per raccogliere consensi oltre la coalizione. Veneta dal sangue calabrese, donna d'acciaio, laureata in giurisprudenza, avvocato matrimonialista, per 6 volte senatrice, tra i fondatori di Forza Italia ma apprezzata soprattutto dalla Lega, la Casellati in questi anni ha intessuto rapporti trasversali, facendosi apprezzare anche nei partiti dell'altro fronte. Il fantasma delle elezioni anticipate, dopo il taglio di un terzo dei parlamentari, potrebbe favorire un'aggregazione su un personaggio dal ruolo super partes, che già si è spogliato della sua appartenenza partitica. Per questo, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Giorgia Meloni, valutano se convergere sul suo nome contando, se non in un accordo ufficiale, sull'appoggio in ordine sparso di renziani, grillini, fuoriusciti del Gruppo misto e magari dem. Rivendicano il diritto di avanzare una candidatura di area, ora che per la prima volta il centrodestra conduce la partita. Certo, sarebbe una «spallata» e serve coraggio. Il tris sul quale la Casellati, paladina della centralità del parlamento, ha costruito la sua carriera punta sulla competenza, che ne fa quasi un «tecnico»: giustizia, condizione femminile e ambiente. È stata sottosegretario alla Salute nel governo Berlusconi dal 2004 al 2006, sottosegretario alla Giustizia dal 2008 al 2011 e membro del Csm per 4 anni dal 2014. Nel marzo 2018 è arrivata al vertice del Senato con un largo consenso e i voti anche del M5S. Se la giustizia è un tema divisivo e in passato la Casellati non ha esitato a schierarsi in difesa del Cavaliere assediato dai processi, la sua battaglia contro i femminicidi e per la parità di salari, come l'attenzione per i cambiamenti climatici (per prima ha ospitato in parlamento Greta Thundberg), hanno favorito il dialogo con i rappresentanti del centrosinistra, con un movimento d'opinione trasversale che ha avuto negli ultimi anni il suo punto forte in iniziative culturali. È stata lei ad aprire ai cittadini le porte di Palazzo Madama per eventi di musica e danza, di cinema e teatro con gli appuntamenti di «Senato è Cultura» e ha istituito un Premio per le associazioni di volontariato. Il suo profilo è di moderata, europeista ed atlantista, con buoni rapporti internazionali.

Ad ottobre ha avuto un incontro «in grande sintonia» con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen a Bruxelles e con Fico ha guidato a Roma il P20, settimo summit dei presidenti del G20 per «salvare il pianeta» e il Pre Cop 26 con i delegati di tutto il mondo.

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