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"Il cashback? È inutile". Il premier lo cancella e stronca i pentastellati

I fondi andranno ai nuovi ammortizzatori. Il Consiglio dei ministri approva il dl Lavoro

"Il cashback? È inutile". Il premier lo cancella e stronca i pentastellati

Il cashback è morto e sepolto. Questo in estrema sintesi il senso dell'intervento del premier Mario Draghi in apertura del Consiglio dei ministri che ieri ha approvato il decreto Lavoro con lo stop ai licenziamenti fino al 31 ottobre nel settore tessile e calzaturiero e con la proroga di 13 settimane della Cigs per le aziende in crisi.

Se ancora ieri mattina il viceministro dell'Economia pentastellato, Laura Castelli, riteneva possibile una riedizione dello sconto sui pagamenti digitali dal primo gennaio, nel pomeriggio il presidente del Consiglio ha fiaccato ogni velleità. La norma, ha spiegato, «ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori». La maggiore concentrazione dei mezzi alternativi al contante si registra tra gli abitanti del Nord e, più in generale delle grandi città, con un capofamiglia di età inferiore a 65 anni, un reddito medio-alto e una condizione diversa da quella di operaio o disoccupato. Draghi ha anche sottolineato come «l'onerosità della misura, pari a 4,75 miliardi di euro, debba essere valutata non solo in relazione ai benefici attesi, ma anche del costo e dell'attuale quadro economico e sociale». A fronte dei costi «non possono a tutt'oggi stimarsi effetti significativi sul gettito», al contrario, è probabile che le transazioni elettroniche crescano per effetto della norma soprattutto in settori già a bassa evasione come la grande distribuzione organizzata.

Da oggi, pertanto, niente più cashback. La bozza del decreto approvato ieri prevede che a partire dal 2022 sia istituito un Fondo al quale destinare gli 1,5 miliardi avanzati per finanziare la riforma degli ammortizzatori sociali. Il decreto Lavoro (chiamato anche dl Ponte perché confluire come emendamento nel Sostegni bis) rifinanzia con 351 milioni la cassa integrazione gratuita - fruibile per 13 settimane fino al 31 dicembre - per tutte le imprese che non hanno più a disposizione ammortizzatori sociali. Le aziende si impegneranno a utilizzare queste misure sulla base dell'avviso comune sottoscritto martedì scorso dalle parti sociali a Palazzo Chigi, ossia a esperire modalità alternative ai licenziamenti che da oggi sono possibili in tutti i settori industriali - tranne quelli salvaguardati - e nell'edilizia.

Nel decreto inoltre trovano spazio altre misure di carattere economico già concordate politicamente dal ministro dell'Economia, Daniele Franco. Viene esteso per altri due mesi, fino al 31 agosto, il blocco dell'invio delle cartelle esattoriali. Per attutire l'impatto dell'aumento dei prezzi delle materie prime, il governo ha stanziato un fondo di oltre 1 miliardo di euro che sarà gestito dalla Cassa servizi energetici e ambientali e finanziato parzialmente con le aste delle quote di emissioni CO2. Soddisfazione è stata espressa dal ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti per la l'atteso rifinanziamento della «Nuova Sabatini» per un importo complessivo di 600 milioni per il 2021 a sostegno degli investimenti produttivi delle pmi per l'acquisto di beni strumentali.

Il Consiglio dei ministri ha approvato infine un ddl delega per la riforma del Codice degli Appalti per accelerare l'attuazione del Pnrr.

Obiettivo semplificare l'affidamento di contratti e concessioni e garantire tempi certi per le procedure di gara.

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