Un'ora di intervento. Un confronto serrato. Una difesa dei suoi due anni e mezzo di gestione per frenare i dissidenti di Forza Italia. Renato Brunetta, messo sotto accusa da un documento recante una ventina di firme di deputati azzurri che chiedono maggiore democrazia interna, difende la sua conduzione del gruppo parlamentare. I malpancisti chiedono nella riunione che va in scena nell'aula Colletti di Montecitorio un cambio di rotta, una condotta maggiormente improntata alla collegialità e una sorta di tagliando di metà legislatura. In sostanza il messaggio è: «Ricandidati e affronta il voto del gruppo». L'obiettivo è ridimensionare o comunque limitare i poteri del capogruppo, e ridurre i costi del Mattinale, la nota quotidiana rivolta a tutto il personale politico di Forza Italia che a detta dei contestatori sottrarrebbe risorse ad altri uffici, come quello del Legislativo. «Si tratti di costi che non possiamo più permetterci, il Mattinale deve tornare a disposizione del gruppo, non può essere la voce di Brunetta. A questo punto ritorni in mano a Berlusconi e sia lui a decidere cosa farne», accusano i malpancisti. Brunetta, invece, difende l'house organ, che pesa per l'8% dell'intero bilancio del gruppo forzista, bilancio che in totale si aggira attorno al milione e 900mila euro.Il capofila della mozione «critica» è Elio Vito: «Non c'è nulla di personale contro Brunetta, il mio è un approccio costruttivo e non divisivo ma chiedo che si faccia una verifica dei vertici del gruppo. E si rivoti il capogruppo, i vice, tutto. Questa è la mia proposta». La riunione, iniziata alle 15 - presenti 43 deputati sui 53 complessivi - viene aggiornata al tardo pomeriggio a causa di impegni in aula. Il capogruppo, però, di fronte a queste sollecitazioni solleva un problema procedurale. «Astrattamente posso essere anche d'accordo su questa idea di votare i capigruppo alla Camera, ma non è previsto dal nostro statuto. Bisognerebbe cambiare quello della Camera, quello del Senato e poi applicare questo principio anche al livello più alto possibile», spiega in Transatlantico. «Non è previsto, né dall'attuale statuto né de quelli precedenti, fin dalla nascita di Forza Italia nel '94. I capigruppo sono sempre stati acclamati tutti su proposta di Berlusconi: questa è la regola». Mariastella Gelmini, però, invita ad affrontare eventuali nodi nel merito: «Parliamo dei problemi senza nasconderci, nessun incarico è per sempre». Silvio Berlusconi ieri sera ha fugato ogni dubbio con una nota: «Ho apprezzato e approvato la relazione del presidente Brunetta e lo svolgimento del dibattito che è stato riassunto nel comunicato finale approvato all'unanimità. Una prova di vivacità e di democrazia che mi conforta nella decisione di restare in campo per combattere le gravi emergenze di democrazia, di sicurezza, di economia e di giustizia che affliggono il nostro Paese». La via d'uscita a questo punto sembra essere quella della conferma di Brunetta con alcuni «correttivi» e attraverso una gestione più collegiale.
Il Mattinale, finito nel mirino dei malpancisti per i costi eccessivi, torna alle origini come strumento di comunicazione del partito sotto la diretta responsabilità della presidenza di Forza Italia, mentre si lavorerà per un maggior coordinamento e un maggior gioco di squadra. «A tal fine», si legge in una nota, «la prossima settimana verrà convocata un'apposita riunione del direttivo del gruppo di Forza Italia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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