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Caso Diciotti, Giulia Bongiorno: "Salvini? Non rischia nulla"

Il ministro della Pubblica Amministrazione ha commentato la richiesta a procedere per il vicepremier avanzata dal Tribunale dei ministri di Catania

Caso Diciotti, Giulia Bongiorno: "Salvini? Non rischia nulla"

"Nel caso della nave Diciotti il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, non rischia nulla". Giulia Bongiorno ne è più che sicura. Il ministro della Pubblica amministrazione è stata ospite di Tagadà, su La7, e nel corso del suo intervento in trasmissione ha così commentato la richiesta a procedere per il vicepremier avanzata dal Tribunale dei ministri di Catania.

"Salvini non rischia nulla, perché credo che sia innegabile che le sue decisioni sono state prese nell'interesse pubblico. Lui non ha cambiato idea, ma adesso quello che bisogna stabilire è solo se le sue azioni sono state fatte per un interesse pubblico o meno. La lotta all'immigrazione clandestina, secondo me, è interesse pubblico", ha ribadito l'avvocato Bongiorno.

Il ministro, dunque, ha aggiunto: "Io e Salvini parliamo quotidianamente. E credo che avendo alle mie spalle venticinque anni di avvocatura sia assolutamente naturale approfondire una serie di profili giuridici quando se ne ha l'occasione: nel caso Diciotti, in occasione di provvedimenti del governo, in occasione di provvedimenti sulla giustizia. La lettera al Corriere della Sera di qualche giorno fa è di Salvini, ogni parola è sua. Io ho dato solo un supporto tecnico".

Infine, Giulia Bongiorno ha parlato anche della "sua" pubblica amministrazione: "Per far sì che in Italia la pubblica amministrazione faccia un passo avanti - per eliminare la carta, per eliminare le file, per eliminare la burocrazia - deve partire la digitalizzazione. Tutti i Paesi hanno fatto il salto di qualità soltanto quando si è avuta la trasformazione digitale". E ha così chiosato: "Negli ultimi anni hanno sbagliato tutti coloro che hanno detto che la digitalizzazione si sarebbe fatta nel giro di un mese. La mia circolare invita le pubbliche amministrazioni a indicarmi i responsabili per la transizione digitale, quando sono arrivata io non c'era niente. Siamo all'anno zero, in Gran Bretagna ci hanno messo dieci anni, da noi serviranno alcuni anni.

Ma è importante parlarne, avviare i processi, e sollecitarli".

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