Troppi punti da chiarire e poca trasparenza. Il trasferimento in Olanda della sede dell'Autorità europea del farmaco è incappato in una serie di ostacoli nel giro di poche ore. Ieri, un'altra iniziativa del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
Una lettera al presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker per chiedere di trasmettere ufficialmente all'Aula «tutti i dettagli dell'offerta olandese per ospitare l'Ema, come pure la valutazione della Commissione dell'offerta, con la dovuta celerità». In sostanza il Parlamento chiede di potere accedere a tutti i documenti, compresi quelli secretati.
Una passaggio che rientra nella «mutua e sincera collaborazione» tra le due istituzioni comunitarie, ma che sa tanto di critica a come è stata gestita la vicenda, anche dall'esecutivo comunitario.
Nella missiva si ricorda che il 29 novembre del 2017 «la Commissione ha sottoposto al Parlamento» la proposta di trasferire la sede dell'Authority, la cui sede di Londra dovrà chiudere i battenti quando la Brexit sarà compiuta. La proposta «è ora all'esame» del Parlamento che si dovrà esprimere sulla scelte di Amsterdam.
Per Tajani «è necessaria una piena ed accurata informazione sulla selezione della località proposta, per consentire» all'Europarlamento «di deliberare su questa materia in modo puntuale e significativo. Tuttavia - sottolinea - il contenuto dell'offerta formulata dal governo olandese e la valutazione della Commissione, sulla base delle quali è stata formulata la proposta, non è stata trasmessa al Parlamento».
Negli ultimi giorni sono emersi dettagli inediti. Ultimo, una lettera della stessa agenzia Ue del farmaco alla Commissione nella quale si mettono in luce le incongruenze dell'offerta olandese. In particolare l'inadeguatezza della sede provvisoria.
In un primo momento Amsterdam, in documenti che erano stati secretati, aveva indicato due sedi da attivare il prossimo anno in vista della costruzione del quartiere generale definitivo. Si sono rivelate inadeguate entrambe e sono state sostituite in corsa con un'altra sede, lo Spark Building.
Una situazione caotica e poco chiara, che segue la altrettanto opaca assegnazione ad Amsterdam tramite sorteggio, a spese di Milano, candidatura che aveva tecnicamente tutti i requisiti in regola, a partire dalla disponibilità immediata del Pirellone.
Ora il Parlamento potrà fare chiarezza. I tempi sono brevi perché già oggi arriverà un'importante decisione. La delegazione del parlamento europeo che si trova ad Amsterdam per verificare la candidatura di Amsterdam, incontrerà le autorità olandesi e chiederà conto dei dettagli del trasferimento.
Probabile che la delegazione dia una valutazione negativa e che quindi si rafforzi l'ipotesi che circola già da tempo: lo slittamento di un anno del trasferimento di uffici e personale dell'Ema da Londra ad Amsterdam.
Oltre all'esame dell'Europarlamento, sulla gara persa dall'Italia, pesano i ricorsi presentati dal comune di Milano e dal governo. Ieri il premier Paolo Gentiloni ha assicurato che l'esecutivo starà «dalla parte di Milano come è stato in questi anni». Serve «gioco di squadra», come «quando Letizia Moratti era sindaco per portare l'Expo. È lo stesso gioco di squadra che abbiamo praticato per la candidatura di Ema e che ha portato a ottimi risultati per Milano, a parte battute di stampo elettoralistico, perché Milano è arrivata alla finalissima. Tutti davano per vittoriosa Bratislava, tutti pensavano che la Germania avrebbe distribuito le carte ma le cose sono andate diversamente».
Restano i dubbi su come il governo ha condotto la partita nelle fasi finali.
Il metodo del sorteggio, che alla fine ha deciso l'esclusione di Milano, fu deciso alla presenza dei rappresentanti del governo italiana e non fu contestato. Un errore, visto che la superiorità tecnica della candidatura di Milano era cosa nota e documentata. Il pareggio con la capitale Olandese era una possibilità remota, ma non era da escludere a priori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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