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Mondo di mezzo, assolto Alemanno

Gianni Alemanno è stato assolto in Cassazione dall'accusa di corruzione. Il pg aveva chiesto 6 anni di reclusione per l'ex sindaco di Roma

Mondo di mezzo, assolto Alemanno

Gianni Alemanno è stato sindaco di Roma dal 2008 al 2013, completando il ciclo previsto dal mandato. Nel febbraio 2019 è stato condannato in primo grado a 6 anni e lo scorso ottobre la condanna è stata confermata in Appello. Il processo è quello di Mondo di Mezzo, che vede l'ex sindaco imputato per corruzione e finanziamento illecito. Per Gianni Alemanno, il pg Perla Lori oggi ha chiesto la conferma della condanna a 6 anni, sollecitando un nuovo processo di appello limitatamente alle pene accessorie dell'interdizione dai pubblici uffici. In Cassazione Gianni Alemanno è stato assolto dall'accusa di corruzione dell'ambito del procedimento stralcio sul 'Mondo di Mezzo'.

L'ex sindaco di Roma è andato a processo per una presunta corruzione di cui Gianni Alemanno è accusato nell'inchiesta partita dai pm della Procura di Roma. L'accusa imputa all'ex primo cittadino della Capitale di aver "piegato la sua funzione di sindaco" agli interessi dei "corruttori" Salvatore Buzzi, l'ex 'ras' delle cooperative, e dell'ex Nar Massimo Carminati. Per l'accusa, Gianni Alemanno avrebbe ottenuto in cambio circa 223.500 euro. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2012 e il 2014.

L'avviso di garanzia a Gianni Alemanno viene notificato nel dicembre 2014 per "per concorso esterno in associazione di stampo mafioso". Un anno dopo, nel 2015, Gianni Alemanno è stato rinviato a giudizio per "corruzione e finanziamento illecito" ma resta indagato per "associazione di stampo mafioso". Quest'ultima accusa decade nel corso delle indagini per l'ex sindaco di Roma, quando il gip ha accolto la richiesta della stessa Procura procedendo all'archiviazione per la posizione di Gianni Alemanno.

Il tutto ricomincia da zero nel settembre 2017 per Gianni Alemanno, con il processo stralcio Mondo di mezzo a causa di una diversa composizione del collegio dei giudici. Nel febbraio 2019 il pm Luca Tescaroli, al termine della requisitoria, chiede di condannare Alemanno a 5 anni. L'accusa per lui era di essere stato "l'uomo politico di riferimento dell'organizzazione Mafia Capitale in ragione del suo ruolo apicale di sindaco". Dopo ore di camera di Consiglio, i giudici avevano condannato l'ex sindaco a sei anni. Una sentenza "sbagliata" per Gianni Alemanno, che annunciò il ricorso in Appello. "Dopo essere stato prosciolto dagli stessi pm nel processo Mafia Capitale oggi vengo condannato, non capisco", dichiarò l'ex sindaco.

Il 23 ottobre 2020 la sentenza venne confermata in Appello, una pena quasi doppia rispetto alla richiesta del sostituto procuratore generale Pietro Catalani che aveva sollecitato per l'ex sindaco una condanna a 3 anni e 6 mesi. "Sono sconcertato perché questa sentenza d'Appello pur di condannarmi smentisce una decisione della Cassazione secondo cui i miei coimputati sono stati riconosciuti colpevoli di traffico di influenza", disse in quell'occasione Gianni Alemanno uscendo dalla Corte d'Appello di Roma. "A questo punto io sono un corrotto senza corruttore evidentemente mi sono corrotto da solo. Proclamo la mia innocenza come ho fatto sin dal primo giorno", concluse.

Oggi Gianni Alemanno è stato assolto in Cassazione dall'accusa di corruzione dell'ambito del procedimento stralcio. Ora per lui si apre un nuovo processo per traffico di influenze. "Credo che questa sentenza ridimensioni questa vicenda durata ben sette anni. Mi sono ritrovato prima mafioso e poi corrotto, adesso rimane un piccolo traffico di influenze che sarà la Corte di Appello a giudicare. Non c'è più corruzione non c'è più quel fango che mi era stato tirato addosso.

Finisce un incubo durato sette anni, e obiettivamente poteva essere evitato", ha dichiarato Gianni Alemanno al termine della lettura della Sentenza.

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