La casta degli anticasta: il caso Sara Cunial

Contro il green pass alla Camera il sodalizio di due no pass eletti coi voti degli anticasta grillini e ora divenuti emblema della Casta più buia

La casta degli anticasta: il caso Sara Cunial

Deve avercelo nel sangue Sara Cunial, la paladina anticasta, eletta coi voti degli anticasta grillini e poi confluita nella panacea del Gruppo Misto. Da ieri, più uguale tra gli eguali, è esonerata dall'uso del green pass per entrare alla Camera. Deve avercelo nel sangue, appunto, quel fare da Casta. D'altra parte, quando gli italiani erano tutti rinchiusi in casa a causa del lockdown totale di inizio pandemia, la deputata sfrecciava sulla propria auto lungo la via del Mare. Destinazione: Ostia. Fermata a un posto di blocco, aveva detto: "Sono una parlamentare e nell'esercizio delle mie funzioni sto andando al mare". E poi si era inventata che quella gita fuoriporta aveva in qualche modo a che fare col suo lavoro in commissione Agricoltura. Era il giorno di Pasquetta del 2020. Oggi come allora l'ex Cinque Stelle è diventata (se possibile) ancor più Casta facendosi accordare dal Collegio d'appello di Montecitorio un privilegio senza precedenti. Il tutto mentre il governo Draghi sta valutando l'ipotesi di stringere ulteriormente i cordoni del green pass a tutti gli italiani.

A Montecitorio sono tutti imbufaliti. Il Pd ora vuole la testa del presidente del Collegio, Andrea Colletti (altro ex 5 Stelle oggi nel Misto), che ha accordato un simile privilegio alla Cunial. Comunque lo si guardi, ci troviamo infatti davanti ad un vero e proprio paradosso: il lasciapassare sanitario obbligatorio per entrare in un qualsiasi luogo di lavoro è valido in tutto il Paese tranne che in uno dei due rami del parlamento che ha contribuito ad approvare la legge sul green pass. "Tornerò in Aula a rappresentare tutti coloro che, oggi come ieri, sono disposti a dare la vita per veder riconosciuti i diritti e le libertà di tutti", ha esultato ieri la Cunial godendosi la vittoria in attesa dell'esame da parte del Consiglio di giurisdizione che, in forma collegiale, si dovrebbe riunire la prossima settimana, probabilmente mercoledì o giovedì. "Oggi tutti i miei colleghi parlamentari - ha poi proseguito la deputata - dovrebbero gioire di questa decisione".

Più che gioire c'è da piangere. E tanto pure. In un momento in cui tutto il mondo fa i conti con la quarta ondata, la politica deve dare il buon esempio rispettando le regole. Non può in alcun modo approfittarsi della propria posizione per essere "più uguale degli altri". È intollerabile sempre, in tempi ordinari per intenderci, ma lo è ancor più oggi, dopo oltre due anni di difficoltà e sacrifici.

Dopo che le era stato respinto il primo ricorso dal consiglio di giurisdizione della Camera, presieduto dal piddino Alberto Losacco, la Cunial è riuscita a trovare nel Collegio d'appello di Montecitorio la sponda di Colletti, altro no pass incallito sbattuto fuori dal M5s quando votò contro la fiducia al premier Mario Draghi.

Da quel momento in poi è tutto un solidarizzare con i no vax in piazza e un esporsi contro la terza dose. Non deve, quindi, stupire questo sodalizio tra due politici, nati nella fucina dell'anticasta grillina e oggi simbolo della Casta più buia.

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