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La cattiva ricetta della von der Leyen: le tasse restano, consumate di meno

La presidente della Commissione spiega la strategia per liberarci dalla dipendenza di Mosca: prima dei fondi Ue, spetta ai cittadini adeguarsi

La cattiva ricetta della von der Leyen:  le tasse restano, consumate di meno

Tranquilli, ci pensa Ursula. Il futuro dell'Europa è affidato a un tweet. Il castello di Elmau è una piccola utopia ai piedi delle alpi bavaresi. Fu costruito dal teologo protestante Johannes Müller negli anni bui della grande guerra, come un rifugio delle idee, una comunità dove essere liberi da ogni ideologia. È qui che si sono riuniti i capi del G7. Ursula von der Leyen, presidente della commissione europea, appare nelle foto di gruppo e si fa riprendere in lunghe camminate con Joe Biden. Subito dopo pranzo ha trovato il tempo per scrivere le sue riflessioni e condividerle con il mondo con un messaggi di circa 280 caratteri. È lo spirito del tempo.

Ci tiene a far sapere che l'inflazione è un mostro che si può battere. Come si può fare? È chiaro che bisogna abbassare il prezzo dell'energia. La risposta è nel RePowerEu. È il nuovo piano per l'autonomia energetica dell'Europa, con 300 miliardi di euro di investimenti. Obiettivo: liberarsi dalla schiavitù del gas russo. Quando? La prospettiva finale è per il 2030. Qualcosa, però, nel frattempo bisogna fare. Allora, secondo la Commissione, tocca ai singoli cittadini europei fare la propria parte. L'Europa ci chiede una piccola rivoluzione mentale, ossia cambiare le abitudini, consumando meno, risparmiando energia, rinunciando agli sprechi. Tutto chiaramente si può fare, anche perché non c'è bisogno di multe e punizioni. Ci pensano già le bollette, che rendono il costo della vita quotidiana sempre più alto e con salari, chi ce l'ha, che sono gli stessi di sempre. La povertà non è una scelta. Ti ci adegui per necessità. Beati coloro che possono vantarsi di farla passare per una coscienza etica superiore, più sensibile al sentimento della grande madre terra. Tutti gli altri si arrabatteranno per arrivare a fine mese, senza santità e con la perseveranza dei miserabili. Saranno loro a favorire il raggiungimento degli obiettivi, pagando il viaggio con la vita agra. L'unica cosa è che non si spacci tutto questo per un merito dei governi europei, perché come piano è fin troppo facile.

Ursula von der Leyen ha un'altra scommessa da giocarsi. È lì che verranno spesi i 300 miliardi: l'incremento delle fonti rinnovabili, importare 20 milioni di tonnellate di idrogeno e spingere le industrie, soprattutto quelle del Baltico, a aumentare gli investimenti nell'eolico offshore, un settore nel quale a dominare al momento è la Gran Bretagna. E peccato che Londra non sia più nella Ue. Pazienza. Poi il colpo di teatro: l'obbligo di pannelli solari per tutti gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per le nuove case entro il 2029. Detto questo l'occidente dovrà impegnarsi a sviluppare gli investimenti nel mondo, «dimostrando ancora una volta che le democrazie sono pronte».

Aria, aria nuova, ottimismo, con un pizzico di utopia. L'Europa finalmente si lascia alle spalle i suoi vincoli di bilancio troppo stretti. Gli investimenti avranno bisogno di meno burocrazie e tasse che non tolgono il respiro alle imprese, al lavoro, al commercio. Sorpresa. No, neanche per sogno. Il governo di Bruxelles, per voce di Ursula von del Leyen, è chiara: bisogna mantenere la stessa stabilità fiscale e finanziaria.

Non ci resta che sperare in un pizzico di magia.

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