RomaSalire sul carro di Tosi? Berlusconi tende ad escluderlo. Cosa che invece piacerebbe molto fare agli alfaniani presi di mira dal Carroccio a trazione salviniana. Eppure il sindaco di Verona Flavio Tosi, a differenza di Salvini, vuole ampliare la coalizione di centrodestra e non condivide la politica salviniana dei veti. Non solo: il leader della Liga veneta si sta dando da fare con personalissime «consultazioni» lasciando presagire la possibilità di presentare liste proprie, parallele a quelle del candidato in pectore Zaia.
Insomma, la Lega è in subbuglio ma Berlusconi non gioisce; e soprattutto non vuole cavalcare l'autonomismo tosiano. Non è soltanto una questione di numeri che pure contano: Zaia è ampiamente avanti nei sondaggi e, con una Lega compatta, non ci sarebbe partita; Tosi, invece, ha il suo feudo a Verona ma vale l'8% o giù di lì. Comunque, a Berlusconi, importa mantenere il dialogo con tutto il corpaccione leghista, non soltanto con la costola tosiana. Così, aspetta e spera che si ricomponga la frattura del Carroccio per poi siglare il patto in Veneto che però pare essere ancora in alto mare. Veneto determinante perché fa da tappo alla chiusura di altre partite aperte: dalla Liguria alla Toscana, passando per l'Umbria e le Marche. Il Cavaliere ieri avrebbe dovuto radunare i suoi per fare il punto della situazione proprio sulle candidature ma - con Verdini colpito da influenza fortissima - s'è deciso di rimandare. Una proroga salutare posto che, questo il ragionamento di Berlusconi, «fino al consiglio federale di lunedì della Lega, durante il quale Tosi e Salvini dovranno fare chiarezza tra loro, non si deciderà nulla».
In compenso gli ambasciatori azzurri lavorano ai fianchi i leghisti affinché Salvini ceda su un veto che appare illogico: «Zaia e Maroni governano bene con i centristi nelle rispettive regioni. Perché ora chiudere le porte ad alleanze future?». Il problema è che Salvini s'è spinto troppo in là nel «non possumus» nei confronti di Alfano e fare marcia indietro adesso è molto complicato. Se Berlusconi attende e si augura un ripensamento del leader leghista, l'Ncd è invece pronta ad appoggiare Tosi qualora quest'ultimo decida per lo strappo e la corsa autonoma. Strappo che, tuttavia, in molti escludono: «Sarà il sindaco di Verona ad abbassare le penne, alla fine», giura un deputato leghista.
Tutto congelato, quindi, nell'attesa che nel Carroccio si faccia chiarezza.
Domani il senatore e coordinatore azzurro del Veneto Marco Marin, la portavoce di Forza Italia Deborah Bergamini e il consigliere politico Giovanni Toti saranno proprio in Veneto per un giro con gli amministratori locali al fine di tastare il terreno e prepararsi ad ogni possibile evenienza: corsa in solitaria o, se la situazione si dovesse sbloccare, appoggio al governatore uscente Zaia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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