"Guardiamo al futuro". Silvio Berlusconi sceglie il silenzio e decide di non commentare il discorso di Giorgio Napolitano. Nessuna dichiarazione affilato o di maniera, nessun plauso o polemica, nessuna carezza o stoccata pubblica. Chi ha avuto modo di parlare con lui racconta di una certa freddezza del presidente di Forza Italia nell'analisi delle parole del capo dello Stato. Ma la sua attenzione non è certo concentrata sul commiato del massimo inquilino del Quirinale, quanto piuttosto su quanto accadrà da adesso in poi, ovvero sulle grandi manovre per la successione che stanno per iniziare.
L'augurio trasmesso da Berlusconi è quello di avere «un arbitro imparziale». L'auspicio è che Forza Italia e i moderati nel loro complesso riescano a giocare una partita comune e far valere il loro peso, senza divisioni e autolesionismi, rispetto a un passaggio che impone unità per evitare scelte ritenute offensive dagli elettori. Nella consapevolezza che se Matteo Renzi è il mazziere qualche carta da giocare il centrodestra ce l'ha eccome, soprattutto se riuscirà a non disperdere i propri grandi elettori su troppi nomi diversi. Per questo in una giornata dedicata agli auguri, il presidente di Forza Italia si intrattiene lungamente al telefono con esponenti di Ncd, della Lega e di Fratelli d'Italia. La conversazione più lunga è, però, quella con Vladimir Putin, un lungo dialogo in cui, dopo i convenevoli iniziali, i due si soffermano a lungo sulla situazione internazionale, sulla crisi ucraina, ma anche sul momento difficile dell'Italia. Se Berlusconi si tiene a distanza dalle polemiche e dalle dichiarazioni ufficiali, non mancano le voci e i commenti di Forza Italia sul discorso di Napolitano. Giudizi perlopiù critici sull'eccesso di protagonismo politico del garante della Costituzione. «Evviva il 2015 senza Napolitano l'uomo che ha sospeso la democrazia e che ha cercato di distruggere il centrodestra e il suo leader» attacca Daniela Santanchè.
«Quasi nove anni senza alcuna autocritica, da una parte sola, dalla parte della sinistra, con un ruolo non previsto dalla Costituzione. Questo, in sintesi, il bilancio di Napolitano. Questo ultimo messaggio conferma, con retorica e coerenza, il suo fallimento» rilancia il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta. Più istituzionale il giudizio del suo omologo al Senato, Paolo Romani. «Rispetto e ossequio per le istituzioni e ringraziamenti per gli anni di impegno e zelo, anni nei quali il presidente Napolitano ha voluto interpretare il suo mandato andando ben oltre la figura di garanzia disegnata dai padri costituenti; assumendo dunque un ruolo da protagonista nello scenario politico; determinando di fatto gli assetti politici degli ultimi 3 anni. Ora una figura di alto profilo e garanzia per tutti i cittadini». Rispetto e gratitudine vengono manifestati da Giorgio Lainati e Giovanni Mottola. Mara Carfagna traccia, invece, l'identikit del prossimo presidente.
«Dopo anni in cui con il pretesto della crisi e dell'emergenza nazionale si è marciato ai confini della normalità costituzionale, adesso è necessaria una figura di garanzia che sappia tenere la schiena dritta e farsi garante degli equilibri costituzionali e della volontà popolare anziché regista di nuovi ed occulti equilibri politici».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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