C'era una dacia nei desideri di Silvio Berlusconi. Il presidente di Forza Italia aveva azzardato che, in caso di vittoria dei 5 Stelle, si sarebbe ritirato in una delle lussuose ville che i gerarchi di Stalin si erano costruiti in Crimea. «Putin mi ha detto che non posso, perché le hanno già comprate tutte le famiglie francesi» rivela il Cavaliere al Museo della Scienza e della Tecnologia con un certo scherzoso disappunto per l'espansionismo d'Oltralpe. Tocca restare in Italia.
Non si è spostata di una virgola però l'avversione per i 5 Stelle, così come per il «plotone di esecuzione» che l'ha espulso dal Senato e reso «incandidabile» con «una sentenza criminale». Dice: «Non ho nessuna ambizione politica, solo desiderio di difendere gli italiani». Ci sono poi (anzi, cronologicamente prima) i «cinque colpi di Stato» che Berlusconi continua a denunciare tra Mani pulite (1992) e le elezioni del 2013.
Oggi, ripete, il pericolo numero uno è il grillismo: «Una setta che dipende da un politburo di due persone: un vecchio comico e il figlio di un suo amico». Berlusconi sostiene che gli ricordano le vignette di Guareschi «contrordine, compagni», quindi alla fine Togliatti e l'Urss. Ma ciò che lo allarma è «il vero programma» che loro negano, «le più alte imposte sulla casa al mondo e un'imposta sul gruzzolo dei genitori (la tassa di successione, ndr) del 45%. Inaccettabile». Un programma che definisce «pauperismo e cioè: quello che è mio è mio, quello è tuo è di tutti, e diventa odio anche verso chi crea posti di lavoro».
Parla a braccio, senza guardare il testo scritto. C'è molta economia, come la flat tax, la tassa unica al 23 per cento, studiata ad Hong Kong, con l'intenzione di scendere ancora con l'aliquota (lui paga fino al 73% e la considera «un'estorsione»), perché è facile da applicare. Insiste sulla chiusura effettiva di Equitalia, l'eliminazione del limite della spesa in contanti, un piano per il Sud che agonizza, la certezza per i risparmiatori contro i fallimenti delle banche. È chiaro che tutto ciò non può avvenire solo grazie a fondi e garanzie interni: «Dall'Ue vogliamo meno vincoli e austerità. Chiederemo indietro il surplus rispetto a quanto versiamo. Come disse la Thatcher I want my money back (rivoglio i miei soldi, ndr). Non accetteremo il bail in (salvataggio da parte degli azionisti, ndr) sulle banche, ci deve essere una garanzia dello Stato, altrimenti il sistema bancario va a carte 48».
Valuta la politica dell'Ue, o comunque i rapporti tra Italia e Unione europea, anche sull'immigrazione, perché in Europa si era parlato di accogliere «98mila rifugiati dall'Italia» e invece sono stati solo diecimila, «mentre la Grecia è riuscita a collocarne 21mila». La convinzione di Berlusconi resta che «bisogna fermare gli imbarchi dai Paesi costieri», perché «solo il 5% dei migranti ha diritto allo status di rifugiato. Tutti gli altri con mezzi civili bisogna rimandarli nei Paesi di origine».
Più aiuto a chi ha bisogno e vive già in Italia, è la posizione del Cavaliere. Ribadisce: «Tutte le pensioni minime andranno a mille euro». Il reddito di dignità toccherà a 4 milioni 750mila italiani in povertà assoluta. E infine aiuto ai 10 milioni italiani che vivono in povertà relativa: «Non eravamo mai arrivati a una tale quantità di persone povere».
Il discorso avviene al lancio del Movimento animalista fondato da Michela Vittoria Brambilla. In base ai sondaggi, è stato scelto che i candidati animalisti corressero dentro Forza Italia. Si parla di tre collegi buoni per le politiche: in uno correrà la Brambilla.
Si aggiungerà l'impegno per il proporzionale e le regionali: per il Pirellone si parla di Manuela Gigante. Non ci sarà un ministero ma un Garante per i diritti per gli animali. Alle regionali di maggio, poi, le intenzioni della Brambilla sono di correre in autonomia con la propria lista.
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