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Ceferin, padrino di Vera Agnelli e ora grande nemico del padre

Da "che onore" a "che delusione". Fine di un'intesa

Ceferin, padrino di Vera Agnelli e ora grande nemico del padre

L'avvocato si era commosso. Lo aveva ritenuto «un onore», padrino di battesimo di Vera Nil, ultima nata di Andrea Agnelli e Deniz Akalin. Fu allora che Aleksander Ceferin, presidente del calcio europeo, capì di avere trovato un tesoro, oltre che un amico, sarebbe stato lui, Andrea, erede della grande famiglia torinese, ad accompagnarlo nella complicata avventura dell'Uefa. Quando il celebrante gli pose la domanda: «E tu padrino sei disposto ad aiutare i genitori in questo compito così importante?», l'avvocato di Lubiana non ebbe un solo attimo di pausa e rispose «Sì». Andarono in pace, soprattutto la piccolissima Vera Nil, ignara che il padre e il padrino avrebbero fatto affari, tra risate, cene, ricchi premi e cotillons, fino al diciannove di aprile del duemila e ventuno. Improvvisamente l'amicizia, consacrata e onorata dinanzi alla neonata e al celebrante, è esplosa, finita, tradita. Il padre, infatti, si è fatto padrino, nel senso peggiore, unito ad altri sodali o compari, la storia della superlega ha mandato in frantumi i patti affettuosi, l'asse Slovenia-Italia è saltato in aria, i fantomatici giri in Ferrari o i viaggi sul jet privato dello juventino, sono storie passate, anche se smentite dai diretti interessati.

Quando venne eletto, Ceferin dichiarò: «Non sono e non sarò la marionetta di nessuno, al massimo dei miei figli». Cinque anni dopo si deve essere ricordato di quelle parole e ha rispedito al mittente il bambolotto e il trattamento irrispettoso. Ceferin sa difendersi da solo, è cintura nera di karaté, non ricorrerà alle arti marziali, da uomo di legge e penalista conosce i codici e in quanto a motori, ha attraversato cinque volte il Sahara, non certamente alla guida di una vettura Fiat. I dolci e i salatini del battesimo di Vera Nil si sono trasformati in pastiglie di cianuro e torte in faccia: «Andrea Agnelli é una delle più grandi delusioni, anzi la più grande delusione. Mai visto una persona mentire così di continuo, l'avidità è così forte che sconfigge tutti i valori umani». The silence of the Lambs era il titolo originale del film con Anthony Hopkins e Jodie Foster, stavolta il silenzio dell'Agnelli sconforta gli spettatori di questa storia con epilogo abbastanza modesto, non degno del casato e del ruolo occupato al vertice del club più illustre del calcio italiano. Ma non bisogna stupirsi dei personaggi e degli interpreti.

Come scrisse il poeta Cesare Pascarella: «Al mondo, in questo bosco di assassini, vuoi sapere chi sono i veri amici? Sono i quattrini».

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