Cronache

"Celebrare all'aperto? Meglio che sul cellulare"

Da nord a sud, in tutta Italia, i sacerdoti sono pronti a celebrare le messe con il popolo, anche all'aperto

"Celebrare all'aperto? Meglio che sul cellulare"

Da nord a sud, in tutta Italia, i sacerdoti sono pronti a celebrare le messe con il popolo, anche all'aperto. L'imperativo è duplice: distanza tra i fedeli e sanificazione continua. Secondo le indicazioni più attendibili, la ripresa delle celebrazioni domenicali potrebbe avvenire a fine maggio (il probabile via tra dal 24 o dal 30). Intoppi non mancano: «Sui termoscanner - spiega il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis - abbiamo fatto presente la difficoltà enorme di attrezzarci» e il Comitato tecnico scientifico del governo ha accettato di non rendere vincolante questa disposizione per i funerali». Ma i preti scalpitano. «Siamo pronti a celebrare la messa all'aperto dice don Nicolò Anselmi, parroco di Santa Maria delle Vigne a Genova abbiamo una piccola piazzetta di fronte alla chiesa e potremo celebrare lì». A Padova don Marco Sanavio considera la messa all'aperto «più inclusiva». «Molte comunità, qui nel Nord Est, sono attrezzate con ampi spazi per feste patronali e si potrà celebrare senza problemi». Don Paolo Padrini è parroco della Val Curone, in provincia di Alessandria. «Il tempo ci aiuta e sarà bello trovarsi insieme a prescindere dal luogo, fermo restando la dignità dell'Eucarestia, che richiede cura e attenzione». Pronti a «tutti gli scenari possibili» anche a Firenze. Don Francesco De Ruvo, della parrocchia Sacra Famiglia, è già in attività. «Da tempo avevamo spostato le panche in chiesa, pensato a un servizio d'ordine per limitare il numero dei fedeli. Messe all'aperto? Non vediamo l'ora». «Ci adattiamo. Non è importante il luogo, quanto condividere Cristo», dice don Giovanni Ferrari, parroco del Sacro Cuore ad Arezzo. Favorevole e pronto per le messe all'aperto, «da subito», anche don Simone Di Vito, di Coreno Ausonio (Frosinone). «Al lato della nostra chiesa c'è una bella piazza racconta è auspicabile riprendere la celebrazione». Mentre per Frà Emiliano Antenucci, in Abruzzo, «ora deve partire la fase fede» con i cristiani impegnati a riscoprire «la fede non solo come tradizione ma come tesoro prezioso». In attesa delle indicazioni anche i frati di Assisi. «La Basilica superiore e inferiore offrono la possibilità di celebrare sia all'aperto, sul sagrato, sia all'interno, lungo le navate» spiega padre Enzo Fortunato, portavoce del Sacro Convento. D'accordo anche i sacerdoti del sud. Padre Leonardo Civitavecchia, a Bitonto, dopo aver celebrato la messa di Pasqua sul tetto della parrocchia, è pronto a dire messa in piazza. «Vogliamo celebrare con il popolo, non siamo una religione da smartphone». Non mancano, tuttavia, alcuni problemi. «Farlo in piazza e non è semplicissimo dice don Mimmo Iervolino, parroco a Pomigliano d'Arco e c'è il problema della comunione. Qualcuno suggerisce di darla con le pinze.

Ma non è semplice».

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