"A cena solo pane fritto. C'è già chi non può fare la spesa"

"A cena solo pane fritto. C'è già chi non può fare la spesa"

«Ci sono famiglie abituate a moltiplicare i pani e i pesci. Non ti chiedono mai neanche un pacco di pasta. Eppure sappiamo se hanno bisogno... E ora? Ora sono davvero al limite». Serena Fleres ha 34 anni. È pedagogista e coordina a Palermo il progetto dell'Albero della vita. Segue da 6 anni i bambini del quartiere Zen, acronimo che sta per Zona Espansione Nord, la periferia della periferia. Ha capito che il peggio è già arrivato quando l'altro giorno una mamma le ha detto che stava cominciando a cucinare il pane fritto. «Non c'è rimasto che quello». Fette di pane duro da saltare in padella per tutta la famiglia. Sono in 8, rinchiusi da settimane in 50 metri quadrati. Madre, padre, due figli, la nonna, il nonno, una zia e il fratello. I bambini dormono nel divano letto con mamma e papà. Piove in casa. Vivevano con il reddito di cittadinanza «ma per un inghippo non sono riusciti a rifare l'Isee ed è rimasto bloccato al Caf», spiega. Quindi niente soldi. Niente spesa. Niente da mangiare per nessuno. E tutti chiusi in casa. Con la paura. Del Covid certo. Ma anche della fame che è più vicina. È già dentro casa. Questa famiglia non è un'eccezione. Ce ne sono molte altre fa capire Serena Fleres. L'associazione è riuscita a organizzare per alcune un «paniere» da 50 euro con i generi di prima necessità. E poi sta cercando di arrivare in qualche modo ai bambini altrimenti totalmente abbandonati a loro stessi. Qui dove la gente dice di essere dello Zen non di Palermo, la didattica digitale non arriva. I computer non ci sono, i genitori non sono in grado di aiutare i figli con la scuola. «Ci siamo divisi le famiglie e ogni giorno facciamo lezione via whatsapp. Un'ora a bambino. Sono felici di avere un maestro tutto per loro. Oltre a fare i compiti si gioca, si scherza. Abbiamo imparato delle cose, anche noi educatori».

Per esempio hanno iniziato a raccontare le storie della buonanotte per telefono con i più piccoli che magari vivono con i nonni e non hanno la mamma. Poi hanno costruito la «linea del venti» col mestolo e le mollette colorate. Ogni decina, un colore diverso. Si alzano e si abbassano per imparare a contare. Magari i giorni che mancano a un pasto vero a scuola.

SCop

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