Politica

Il centro con tutto e niente

Tutti al centro! È il mantra della politica dopo il Quirinale, al punto che la parola rischia di avere la stessa complessità semantica di una delle folgoranti definizioni del Dio medievale

Il centro con tutto e niente

Tutti al centro! È il mantra della politica dopo il Quirinale, al punto che la parola rischia di avere la stessa complessità semantica di una delle folgoranti definizioni del Dio medievale: un sfera infinita il cui cerchio è ovunque e la circonferenza in nessun luogo. Tradotto nel linguaggio secolare sarebbe dunque un quid valoriale che è già in molti partiti, ma che non ha ancora trovato una struttura precisa (organizzazione, governance, leader) in quella terra di mezzo che si troverebbe tra destra e sinistra. Qualcosa che assomigli alla vecchia cara Dc, che era così grande da avere le stesse correnti centrifughe dell'oceano, non si vede però neanche all'orizzonte. Se fossimo de-strutturalisti diremmo che è un luogo intermedio che non si può però definire solo come compromesso antropologico e ideologico dei due opposti. Sarebbe invece la cosiddetta casa originaria dei moderati, ma questo vorrebbe dire, dialetticamente, che non c'è moderazione da altre parti. Invece Forza Italia si svincola, per ora, dall'abbraccio repubblicano di Salvini, e reclama di essere il partito dei moderati del centrodestra con diritto di autonomia nel guardare alle forze di centro. Lo stesso leader del Carroccio si volta dalla Meloni e punta verso il mitologico mondo di mezzo. Toti e Brugnaro, che hanno «cambiato» in Coraggio Italia, si dicono centro della stessa coalizione ma anche polo sperimentale di una nuova «cosa» con Renzi. Il quale ha ritrovato il dialogo con i dem e con Letta ma per molti è da sempre nel dna un vero moderno democristiano. Del resto pure il Pd nasce dalla fusione dei Ds con la Margherita, i cattolici diciamo più sensibili a sinistra. Casini, nei giorni in cui ha sfiorato l'impresa del Colle, ha postato su Instagram la sua giovinezza centrista pur essendo grande elettore piddino. Poi ci sono quelli che già ci sono, con i voti dell'atomo ma con le ambizioni di molecole pregiate, Lupi, Cesa e sigle varie. Siccome alle elezioni prima o poi si dovrà andare, in quella terra di mezzo dai valori un po' troppo di tutti, qualcuno dovrà assumere una leadership e costruire una Casa politica più definita del Dio medievale. Magari sperando in una legge elettorale proporzionale e che la crisi grillina, con la conseguente contrazione del terzo polo trionfante nel 2018, continui.

Augurandosi infine che moderato non sia sinonimo di astenuto, già da tempo stanco di tutto e tutti.

Commenti