Il centrodestra si compatta sulla priorità degli azzurri. Tajani: "Battaglia per tutti"

Fi impegnata ad arginare lo strapotere dei pm ma una giustizia efficiente serve anche all'economia. I nodi: "ingorgo" parlamentare e ruolo del Quirinale

Il centrodestra si compatta sulla priorità degli azzurri. Tajani: "Battaglia per tutti"
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Il dossier giustizia non figura tra gli ordini del giorno del pre-Consiglio dei ministri in programma domani mattina. Dopo il vertice di venerdì sera con Meloni, Nordio e il sottosegretario Sisto, nel quale si è annunciato il testo della tanto attesa riforma costituzionale della giustizia, in molti già pensavano che sarebbe arrivata a Palazzo Chigi una prima bozza di riforma. Una sorta di schema su cui lavorare vedrà comunque la luce nei prossimi giorni anche se già sono filtrati alcuni dei cardini di questa riforma tanto attesa e che la coalizione di centrodestra aveva inserito nel programma elettorale.

Ed è proprio su questo aspetto che punta Forza Italia. Nel partito fondato da Silvio Berlusconi si respira un convinto ottimismo. La riforma, dicono, sarà presentata entro le elezioni europee di inizio giugno. Almeno questo è l'ambizione degli azzurri che più di tutti caldeggiano questa riforma. L'ingorgo parlamentare potrebbe farla slittare a dopo il voto europeo. «Si tratta di una riforma costituzionale - ricorda il capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri - quindi molto delicata e complessa. Sono ottimista ma i tempi potrebbero essere lunghi. Ci sono però tre anni e mezzo di legislatura quindi il tempo per realizzare questa riforma ci sono». All'interno della coalizione l'unità d'intenti è concreta. I rischi, semmai, qualcuno li vede sul Colle. Impossibile non condividere col Quirinale una riforma che non soltanto vuole separare le carriere delle toghe ma anche modificare le funzioni del Csm di cui il capo dello Stato è il presidente. Sergio Mattarella è già stato membro della Corte costituzionale e sicuramente vorrà avere adeguate rassicurazioni sulla riforma.

In una campagna elettorale identitaria come quella per le europee ognuno punta sui suoi progetti. Quindi se per Forza Italia è strategico arrivare al voto del 9 giugno avendo incardinato la riforma della giustizia altrettanto strategico per la Meloni portare avanti la riforma del premierato e per la Lega quella dell'autonomia differenziata (proprio ieri Matteo Salvini ha annunciato che entro l'estate l'autonomia sarà legge).

L'accordo sulla separazione delle carriere e sull'alta corte (organo terzo per giudicare l'operato dei giudici) fa ben sperare anche il segretario azzurro Antonio Tajani (nel tondo) che commenta: «Questo accordo dimostra che la nostra battaglia per una giustizia giusta, non era una battaglia per Berlusconi ma per i cittadini italiani». Come per il bene dei cittadini e dell'economia da Forza Italia sperano vada avanti la riforma della giustizia civile (perché solo la certezza della stato di diritto e la velocità dei processi possono attrarre investimenti).

La riforma costituzionale servirà soprattutto contro il «potere intimidatorio di cui approfittano a volte i giudici» aggiunge lo stesso Gasparri, mentre Maurizio Lupi (Noi moderati) ricorda un altro

aspetto importante della riforma. «Servirà - dice - per modernizzare l'Italia, per garantire processi più equi e veloci. Lo sosteniamo da anni e dovrebbero sostenerlo tutti quelli che hanno a cuore gli interessi del Paese».

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