Roma - Da Arcore arrivano segnali di ricompattamento del centrodestra, pur tra mille tensioni e di rilancio con i congressi di Forza Italia, ben definita nella sua identità. Silvio Berlusconi è a villa San Martino con i suoi consiglieri e si prepara all'incontro con Matteo Salvini, che potrebbe essere a fine settimana. Il punto è avviare una trattativa globale con il leader della Lega e non accettare che i margini siano ristretti al nodo più urgente, la Rai.
«Berlusconi- dice il vicepremier a Porta a porta, riferendosi proprio alla Rai - conto di vederlo o sentirlo nelle prossime ore, c'è un'azienda che ha bisogno di crescere. C'è la possibilità di trovare l'accordo. Non solo sulla Rai, se c'è accordo si va fino in fondo. Si vota a Trento, in Sardegna, Basilicata, Abruzzo: l'obiettivo è che non cambi la squadra di centrodestra che governa in Lombardia, Veneto, Liguria».
Solo che Fi non accetta di piegare la testa sulla candidatura di Marcello Foa, bocciato ad agosto per l'opposizione proprio di Fi e del Pd, senza prima avere garanzie sul resto. «Quel nodo si può sciogliere - spiega uno dei consiglieri del Cavaliere - ma prima ci vuole un accordo tra i leader sul futuro della coalizione e sui candidati alle regionali».
È un braccio di ferro, insomma, e le ultime notizie raccontano che i leghisti, alla riunione di domani della commissione di Vigilanza Rai, vorrebbero proporre con il M5S, una lettera che chieda al Cda di viale Mazzini di votare nuovamente il candidato-presidente, scegliendolo al suo interno, tra «tutti i membri nessuno escluso». Una formula che per Salvini prelude alla riproposizione di Foa, ma abbastanza vaga da consentire ora agli azzurri di non mettersi di traverso, astenendosi se non votando a favore, in attesa di sapere se il Cavaliere e il Capitano del Carroccio hanno trovato la quadra complessiva.
Berlusconi, intanto, lancia la stagione dei congressi azzurri, convocando per domani a Roma la commissione preparatrice, anche per tranquillizzare i suoi allarmati dalle voci sul fatto che non si candiderebbe alle europee. Il Cav fa anche un gesto distensivo verso Salvini, parlando «cordialmente» al telefono con il premier ungherese Viktor Orban, confermandogli «amicizia» e appoggio al partito del premier Fidesz, che fa parte del Ppe e annunciando che oggi a Strasburgo gli azzurri voteranno insieme ai leghisti, al contrario dei loro alleati di governo grillini, contro le sanzioni al Paese dell'Est.
Ma sempre oggi il parlamento europeo vota sul copyright, uno dei temi cui tiene Berlusconi per difendere Mediaset e i suoi mezzi d'informazione dai colossi di internet. La Lega su questo è d'accordo con il M5S, su posizioni opposte a Fi, ritenendo impopolare imporre una remunerazione ai contenuti editoriali online. La battaglia sul diritto d'autore la conduce in prima persona il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani, che chiede «regole chiare».
Il numero due di Fi ieri è intervenuto sulla questione più cara a Salvini, l'immigrazione, incalzando Jean-Claude Juncker perché passi «dalle parole ai fatti» sugli investimenti Ue, alla vigilia del discorso del presidente della Commissione sullo Stato dell'Unione.
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