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Centrodestra, ultima chiamata

Berlusconi a Ncd: noi alternativi a Renzi, ricostruiamo subito l'area dei moderati

Centrodestra, ultima chiamata

I l mandato avuto da Silvio Berlusconi lascia pochi margini di manovra. Perché la chiamata di Forza Italia a Ncd per «ricostruire l'alleanza di centrodestra» non è solo una mano tesa per superare gli attriti del passato e provare a immaginare un percorso comune in vista delle prossime elezioni politiche, ma è anche l'ultima apertura concreta in questo senso. L'ex premier, infatti, è sì convinto che sia arrivato il momento di ripartire e «proporsi come vera alternativa a Matteo Renzi», ma - è il senso dei suoi ragionamenti - lo si deve fare senza troppo titubanze e, soprattutto, alla luce del sole. «Nessuna minaccia, ma - è stata l'indicazione data da Berlusconi - se davvero vogliono essere la stampella del centrosinistra se ne devono assumere le responsabilità».

Di qui, dunque, l'idea della conferenza stampa di ieri mattina. Un modo per mettere nero su bianco che da parte di Berlusconi e di Forza Italia non c'è alcuna preclusione a rilanciare l'alleanza. Anzi. Palla ad Angelino Alfano, dunque, e al suo partito che continua a essere spaccato sull'ipotesi del ricongiungimento. Con buona pace di Fabrizio Cicchitto, costretto con un'improbabile smentita a negare quello che nel corridoio del Transatlantico raccontano non uno ma decine di esponenti del Ncd. Che non solo continuano a minacciare un passaggio nell'area del centrosinistra, ma assicurano pure - si tratta di due senatori - che Alfano avrebbe testato dei bozzetti di simbolo con le sole iniziali «Nc» (Nuovo centro). Che poi lo facciano solo per alzare il prezzo della trattativa con Forza Italia e magari perfino consapevoli che difficilmente Renzi potrebbe accoglierli da quella parte, è tutto un altro discorso.

L'apertura che arriva da piazza San Lorenzo in Lucina, dunque, è netta. E, soprattutto, a favore di telecamere. Con i componenti della Commissione di Forza Italia incaricata di occuparsi delle alleanze - Altero Matteoli, Giovanni Toti, Renato Brunetta, Paolo Romani e Sestino Giacomoni (mancava solo Denis Verdini) - a tendere la mano al Ncd. Perché, spiega Matteoli, «siamo convinti della necessità di un'alleanza che vada da Ncd a Fdi» e «possiamo e vogliamo lavorare con loro per fare un accordo». «Questo - osserva Toti - è un percorso faticoso che inizia oggi. Non ci nascondiamo le difficoltà, ma crediamo, essendo il partito più forte della coalizione, di portare a sintesi queste posizioni». «Il segnale che vogliamo dare è quello di fare un lavoro accurato che tenga conto delle sensibilità di tutti», gli fa eco Romani che proprio martedì scorso ha incontrato Alfano invitandolo a nominare anche lui una commissione analoga a quella creata in Forza Italia.

E quanto il tentativo sia serio lo si capisce dai toni che usano i big azzurri nei confronti dei vecchi compagni di Ncd. Brunetta, per dirne una, elogia e loda la relazione del ministro Alfano sulla sicurezza e il terrorismo, mentre la tesoriera Mariarosaria Rossi - impegnata in Transatlantico a inseguire uno a uno i parlamentari morosi verso il partito invitandoli a mettersi in pari con le quote - ha anche lei parole di apprezzamento.

La diplomazia, dunque, è al lavoro. E chissà che già oggi possa arrivare qualche segnale dal palco della Summer School di Magna Charta visto che a Frascati siederanno sullo stesso palco proprio Alfano e Toti.

Ci sarà anche Roberto Maroni, ma la Lega per il momento si chiama fuori dalla partita delle alleanze. Matteo Salvini, infatti, è deciso a far correre il Carroccio da solo alle prossime amministrative, così da provare a recuperare qualche altro punto. Poi, quando si dovrà affrontare il capitolo elezioni politiche si vedrà.

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