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Il centrodestra unito evita la stangata Iva

Il  centrodestra unito evita la stangata Iva

L'incertezza derivante dal governo della «lite continua» è sparita perché il filo sbrindellato che teneva insieme la maggiorana si è spezzato e la Lega chiede le elezioni al più presto, con una mozione di sfiducia al governo, che il presidente del Senato Elisabetta Casellati, ha con sollecitudine calendarizzato per il prossimo lunedì. Ma ora c'è una nuova incertezza, derivante dai tempi stretti, che il rispetto del voto a ottobre comporta, col rischio che, nelle more della nascita della maggioranza post-elettorale scattino le clausole di salvaguardia dell'Iva, facendola aumentare per scelta ministeriale o automaticamente.

Molto dipende dalle tattiche dilatorie che il premier Conte ha deciso di adottare, per riversare su Salvini e la Lega, i problemi derivanti dalla rottura della legislatura a ridosso della legge di bilancio da presentare e far approvare dalla Commissione europea. C'è poi l'insieme di scelte del Presidente della Repubblica Mattarella circa le decisioni di sua competenza che riguardano i suoi sondaggi per un'altra maggioranza di governo o un governo balneare che portino- prima delle elezioni e nel periodo dopo il loro risultato, prima della fiducia al nuovo governo- ad un bilancio 2020 conforme alle norme italiane e europee che egli ha il potere-dovere di controllare. E dall'altro lato, Mattarella dovrà sceglier i tempi per dare vita al nuovo governo dopo le elezioni, col rischio che, non essendosi riusciti prima a varare una legge di bilancio credibile, si debba farne una nuova, senza averne l'approvazione italiana ed europea entro il 2019 andando, così, all'esercizio provvisorio di bilancio, che comporta l'aumento automatico dell'Iva.

I parlamentari che non vogliono elezioni anticipate sono molti e ciò può facilitare la dilazione sul voto di sfiducia al Senato. Vi è un modo per Salvini per ridurre l'incertezza che ciò genera e il danno economico che ne deriva, quello di presentarsi alle urne con l'intero schieramento del centro destra, che dà chiarezza ai mercati e riduce i tempi decisionali del Presidente della Repubblica, circa le alternative ante e post elettorali, poiché la nuova maggioranza di centro destra non sarebbe solo tale per la legge elettorale per la quale basta superare il 40%, per aver la maggioranza assoluta dei seggi, ma anche quella reale di più del 50% degli elettori. E sarebbe una maggioranza equilibrata internamente in grado di trattare con l'Ue. In linea di principio, con la trattativa con l'Ue è perfettamente possibile sforare la regola del bilancio con deficit non superiore allo 1,9% del Pil, cui il ministro Tria si vuol attenere, se l'aumento del deficit al 2,4% nel 2020 è attuato con una adozione parziale ma consistente della flat tax, del costo di circa 10 miliardi (0,5 del futuro Pil monetario del 2020), perché ciò non comporta l'aumento del debito pubblico del 2020, ma del 2021, dato che le imposte sul reddito si pagano sul reddito dell'anno prima. E nel frattempo, la riduzione ben fatta dell'imposta sul reddito personale e delle imprese può generare un aumento di gettito, che man mano migliora negli anni seguenti, per l'effetto Laffer: aumenta la materia imponibile legale per fuoriuscita dal nero e reale per aumento del Pil.

Tutto si complica se le elezioni sono nel 2020 oppure sono ora, ma le dilazioni parlamentari fan scattare l'aumento Iva.

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