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Dopo il cerchio di Matteo nelle carte anche Poletti

Il manager Cpl Simone cercava il ministro per il cavalierato al presidente della coop. "Canale preferenziale" col premier Renzi

Dopo il cerchio di Matteo nelle carte anche Poletti

Per fare del presidente Cpl Roberto Casari un Cavaliere di Gran croce, il responsabile relazioni istituzionali della coop, Franco Simone, si spendeva tra Modena e Roma. Scomodando pure il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, già numero uno di Legacoop.

Che l'uomo della Cpl contasse sull'appoggio di Poletti e avesse già sollecitato i suoi collaboratori lo racconta lo stesso Simone, intercettato il 18 marzo 2014 al telefono con un collaboratore del prefetto di Modena al quale aveva caldeggiato la pratica per il cavalierato da conferire a Casari. «Ho scritto e ho parlato - spiega Simone - con il capo della segreteria di Poletti, che però è stato incasinato tra Germania e Parigi con Renzi, quindi non mi ha ancora risposto... nel frattempo ho incrociato la responsabile dell'ufficio onorificenze di Palazzo Chigi e mi diceva per non perdere l'anno di proporlo come Grande Ufficiale o Commendatore».

Quanto a «relazioni istituzionali» Simone, che da venerdì ha cominciato a raccontare a Woodcock&co. come funzionava il «sistema corruttivo» messo in piedi da Cpl, non si poneva limiti. Tanto che un'informativa dei carabinieri annota come l'ex braccio destro di Craxi potesse contare anche su «un canale preferenziale sia con il segretario del Pd, Matteo Renzi, sia con Luca Lotti e Dario Nardella». Sempre i carabinieri del Noe, in un'altra informativa, si concentrano sui rapporti di Simone con la politica. Ricordando che l'ex socialista «negli anni ha tenuto sempre vivi i rapporti con tutti i parlamentari e senatori dell'ex partito che sono stati rieletti in altre formazioni politiche». Così, «oltre a essere in contatto con i figli di Craxi (...) ha legami stretti con Tremonti Giulio che, proprio per i trascorsi socialisti di Simone, lo ha voluto insieme a Demitry (ex deputato Psi) nella squadra di consiglieri che lo hanno sostenuto alle ultime consultazioni politiche del 2013, con la lista 3L (Lavoro e libertà)».

Va ricordato che la Cpl oltre ai vini e ai libri di D'Alema investì quasi 12mila euro anche per due fatiche editoriali di Tremonti. L'avventura elettorale sarà un flop. Ma per gli inquirenti già nelle prime intercettazioni «emerge la figura poliedrica, affaristico/utilitarista» di Simone, «sempre intenta a sfruttare ogni potenziale situazione per accrescere la sua già vasta ed influente rete relazionale utilizzandola per recare vantaggi a se stesso ovvero ai soggetti con i quali interagisce che raramente persegue in modo lecito», e che spesso usa il «voto politico di scambio come strumento» per assicurare alla coop gli «appalti attraverso un articolato sistema corruttivo».

Insomma, Simone il protagonista ha deciso di parlare. Intanto in Emilia scoppia la grana dei finanziamenti elargiti agli amministratori Pd dalla Cpl. Qualcuno li ha già restituiti (il sindaco di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti).

Qualcuno, come il sindaco di Bologna Virginio Merola, chiede invece al partito - che vorrebbe lavarsene le mani - di decidere il da farsi.

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