La Cgil protesta a sproposito: in calo i giovani disoccupati

Landini contro precarietà e paghe basse ma i ragazzi senza lavoro sono al 21,7%, con Conte si era al 31,6%

La Cgil protesta a sproposito: in calo i giovani disoccupati
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La Cgil e i partiti di opposizione accusano il governo Meloni di non occuparsi dei giovani e di aumentare la precarietà del lavoro. Ma, almeno secondo i dati Istat e a giudicare dalle iniziative in cantiere, i fatti sembrano raccontare un'altra storia. E così mentre il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dalla festa del sindacato afferma che «se in Italia ci sono salari bassi è perché c'è troppa precarietà» e incolpa il governo di alimentarla avendo «reintrodotto i voucher e liberalizzato i contratti a termine», il tasso di occupazione a maggio ha fatto segnare il record del 61,2%, spinto principalmente da dipendenti stabili (+3% su anno contro il -4% dei dipendenti a termine).

Anche per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, sempre a fine maggio il dato era al 21,7%, quasi dieci punti in meno sulla fine del governo Conte II (31,6%) e -2 punti sull'ultimo mese dell'era Draghi (23,7%). Si tratta di una percentuale pur sempre elevata e superiore alla media europea (del 13,9%), ma che comunque è in un trend discendente proseguito a passo spedito anche sotto il governo di centrodestra. La necessità di fare ancora di più è sentita a Palazzo Chigi, tant'è che due emendamenti approvati alla Camera e voluti da Fratelli d'Italia alla legge delega prevedono tagli Irpef a chi assume under 30 e misure contro la fuga di cervelli. Quest'ultima novità prevede di erogare incentivi a chi sceglie di rimanere nel Paese dopo avervi studiato ma anche per chi, essendo all'estero, decidesse di rientrare. Tra le ipotesi su cui si sta lavorando, come riporta il Messaggero, ci sarebbe un taglio dell'80% della base imponibile Irpef. Sul tema dei giovani talenti da trattenere, peraltro, c'è un consenso trasversale nell'esecutivo, a partire dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti.

Il pacchetto giovani è solo l'ultimo tassello di una serie di iniziative che hanno dato un contributo ai buoni numeri sull'occupazione italiana. L'economia finora è andata bene e fin dalla manovra finanziaria, pur facendo i conti con risorse divorate in gran parte dal caro bollette, l'esecutivo ha esteso e irrobustito gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato - e le conversioni da contratti a termine - di giovani under 36 con una decontribuzione totale per tre anni fino a 8mila euro annui.

Anche il più recente dl Lavoro ha introdotto misure che guardano ai giovani, in particolare ai Neet (i giovani tra i 15 e i 24 anni che non studiano e non lavorano). Dal primo giugno a fine anno, infatti, sono previsti incentivi fino al 60% per 12 mesi della retribuzione lorda per chi assume Neet di età inferiore a 30 anni. Gli sconti per chi contrattualizza percettori dell'assegno di inclusione e il taglio del cuneo fiscale aggiuntivo di 4 punti (da luglio a novembre) sui redditi inferiori a 35mila euro completano un quadro di misure che puntano ad agevolare il lavoro stabile e a produrre un aumento dei salari più bassi ed erosi dall'inflazione.

Non è abbastanza, evidentemente, per il leader della Cgil che sabato, in un confronto con la leader Pd Elly Schlein, il sindaco di Bologna Matteo Lepore e lo storico Andrea Ricciardi, ha ribadito che il sindacato lavora «per

una grande manifestazione il 30 settembre per la Costituzione: oggi applicare la Costituzione significa ridurre la precarietà, garantire la sanità pubblica, aumentare i salari». Tutte cose che il governo sta già facendo.

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