"La Cgil tradisce la sua storia con uno sciopero illegittimo"

L'ex presidente della Commissione di garanzia Sabino Cassese: "I dirigenti leggano le dichiarazioni dei fondatori"

"La Cgil tradisce la sua storia con uno sciopero illegittimo"
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Sabino Cassese, ex ministro per la Funzione pubblica e giudice emerito della Corte costituzionale, nel 1990 è stato il primo presidente della Commissione di garanzia per lo sciopero nei servizi pubblici.

Professore, lo sciopero generale del 3 ottobre, in solidarietà con la Flotilla per Gaza, è stato dichiarato illegittimo dalla Commissione di garanzia perchè mancava il preavviso previsto dalla legge, lei condivide?

"Certo. Le regole della legge 146 del 1990, meglio definite dalla Commissione sono chiare, come la delibera di questi giorni. La legge stessa prevede regole e procedure: tra queste l'obbligo di dare un preavviso, che non si applica solo quando lo sciopero sia per la difesa dell'ordine costituzionale o di protesta per gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori. La commissione ha valutato illegittimo lo sciopero generale del 3 ottobre, in violazione dell'obbligo legale di preavviso. Nel provvedimento il Garante ha ritenuto inconferente il richiamo dei sindacati all'articolo 2, comma 7, che prevede la possibilità di effettuare scioperi senza preavviso solo in difesa dell'ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori. L'Autorità di garanzia ha quindi invitato a non scioperare, salvo apertura di un procedimento di valutazione del comportamento, con relative sanzioni".

Quali sono i principi fondamentali che ispirano queste regole?

"Chiarissima la finalità della legge: l'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici dev'essere contemperato con l'esercizio dei diritti costituzionalmente garantiti. In altre parole, chi esercita il diritto di sciopero non può impedire ad altri di esercitare il diritto all'istruzione, alla circolazione, alla salute e così via".

La Cgil, che era un sindacato di sistema, ha disobbedito ad un pronunciamento vincolante, andando avanti e annuncia ricorso al giudice del lavoro. Ci saranno conseguenze?

"Certamente, perché l'articolo 4 della legge nel 1990 prevede sanzioni disciplinari e pecuniarie per chi sciopera e altri tipi di sanzione per chi organizza lo sciopero; tra queste, la sospensione dei permessi sindacali, che costituiscono una forma di cospicuo finanziamento indiretto dei sindacati. La vicenda è tanto più grave in quanto la Cgil con la proclamazione di questo sciopero illegittimo ha tradito la propria storia. Sarebbe bene che gli attuali dirigenti del sindacato leggessero le dichiarazioni dei fondatori della Cgil".

Anche stavolta frange violente di partecipanti allo sciopero come alle manifestazioni di sabato hanno provocato guerriglia urbana, con devastazioni, blocco di strade, stazioni, università, qual è il suo giudizio?

"Occupazione del suolo pubblico, devastazioni, impedimenti al traffico su autostrade e strade ferroviarie ed aeroporti costituiscono comportamenti penalmente illeciti. Le relative sanzioni sono scritte nel codice penale e le forze dell'ordine, nonché la magistratura debbono farle rispettare".

Il ministro Salvini minaccia sanzioni fino a 50mila euro e propone di introdurre cauzioni per chi organizza manifestazioni pubbliche, è una strada percorribile?

"I diritti costituzionalmente garantiti in particolare quello di riunione, da svolgersi pacificamente e senza armi, come dice la Costituzione, è quello di sciopero vanno rispettati. Ma vanno poi anche rispettati il diritto di circolazione , lo svolgimento dei servizi, la libertà dei cittadini che non scioperano di andare a scuola, prendere un treno o un aereo, il diritto di proprietà dei negozianti e degli automobilisti. Vi sono chiare norme del codice penale ed è le forze dell'ordine di farle rispettare.

I sindacati, a loro volta, dovrebbero ricordare che, proclamando scioperi illegittimi, raccolgono forse l'adesione di migliaia di aderenti ma certamente suscitano la reazione di milioni di cittadini sui quali viene in questo modo esercitata violenza, privandoli dell'esercizio di diritti essenziali o danneggiando loro beni".

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