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Che ipocrisia le patenti rosse di buonismo

L'ipocrisia della rappresentazione addolcita delle forze dell'ordine risponde al cliché del poliziotto da fiction. Ma la realtà è diversa

Che ipocrisia le patenti rosse di buonismo

La tv li ha arruolati di ogni ordine e grado: il vice questore Rocco Schiavone, il commissario Montalbano, l'ispettore Coliandro. Sorridenti o malinconici, ombrosi o ironici, i poliziotti che sogniamo sono sempre dei bonaccioni che raramente mettono mano alle armi e alla violenza in genere. Ecco perché la foto dell'agente che consolava con una carezza la profuga sgomberata ha conquistato anche le prime pagine dei media di solito meno ben disposti, per non dire prevenuti, verso le forze dell'ordine: risponde perfettamente al cliché del poliziotto da fiction. Peccato che la realtà sia ben diversa e l'ipocrisia di questa rappresentazione addolcita delle forze dell'ordine non è mai stata tanto evidente come nel caso dell'agente «buono» di piazza Indipendenza a Roma. Il merito di averci svegliato da questo sogno mieloso è del quotidiano romano Il Tempo, che ha pubblicato la lettera di Vincenzo Canterini, il dirigente del nucleo di polizia finito nei guai per la sanguinosa incursione alla scuola Diaz di Genova. Canterini svela che a quel controverso blitz ha preso parte anche l'agente ritratto nella foto simbolo dello sgombero dei profughi a Roma. Per me è sempre stato un poliziotto modello, scrive Canterini, «ma ora la patente di agente non picchiatore gliel'ha rilasciata lo stesso partito dell'anti-polizia». Inutile rivangare ancora i fatti di Genova, ormai affidati a sentenze di tribunale, dopo quelle mediatiche. Ma è un bene che Canterini ci abbia aperto gli occhi svelandoci quanto sia sciocco vedere in bianco e nero la realtà complessa di quel che succede in strada, quando bisogna confrontarsi con qualcuno che è disposto a usare un'arma, fosse anche impropria come una bombola del gas. I tutori dell'ordine sono stati arruolati per tenere noi «bravi cittadini» al sicuro dalla violenza che purtroppo ci circonda e va tenuto a mente innanzitutto che obbediscono agli ordini. Naturalmente è perfettamente lecito verificare la professionalità con cui lo fanno, se gli ordini hanno rispettato le procedure e la legge, se vi sia stato abuso della violenza consentita a un tutore dell'ordine. La scena di piazza Indipendenza andava evitata e sarebbe stato possibile farlo se una lunga catena di responsabili politici, da chi ha tollerato per anni quell'occupazione a chi non si è preoccupato di affiancare le forze dell'ordine in quel blitz, offrendo una mediazione sociale.

Tanto più che i profughi sono stati usati come carne da cannone dal racket degli alloggi che a Roma si è travestito da movimento politico, ottenendo anche spazi istituzionali a sinistra inconcepibili. Al netto di questo, una volta ordinato lo sgombero, è assurdo stupirsi per gli idranti, gli scudi e i manganelli, come se non sapessimo che sono strumenti usati dalle polizie di tutto il mondo.

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