"Che svolta dopo un premier filocinese"

Il capogruppo azzurro: "Non accettiamo lezioni di pacifismo dai grillini"

"Che svolta dopo un premier filocinese"

Onorevole Barelli, per alcuni il viaggio in America di Draghi indebolisce il ruolo della Ue nella gestione della crisi internazionale. È d'accordo?

«Affatto! Ci si lamenta sempre che l'Italia non abbia un ruolo da protagonista e poi si critica Draghi per il suo viaggio. Assurdo. Il premier ha fatto bene ad andare da Biden. Finalmente abbiamo un premier europeista e atlantista».

Non come il suo predecessore?

«Passare da un premier filocinese a Draghi è stata una grande svolta. Un presidente finalmente atlantista che poi è il principale e primo partner non soltanto dell'Italia ma dell'Unione europea tutta».

A proposito di Unione Europea. Ora si torna a parlare di far cadere il «tabù» dell'unanimità. Che ne pensa?

«La nuova Europa, che si è ulteriormente allargata e che continua ad allargarsi, è formata da Paesi con esigenze e caratteristiche diverse. Prenda l'Ungheria. È ovvio che un Paese di nove milioni di persone ha esigenze energetiche differenti dalle nostre. Quindi bisogna trovare una mediazione. Rispettare il confronto democratico è sempre possibile, anche con decisioni prese a maggioranza. Basta osservare sempre l'interesse generale e le regole democratiche».

La guerra in Ucraina, secondo molti, ha mostrato la debolezza dell'Unione europea.

«Dobbiamo perseguire l'unità dei Paesi europei. Ora più che mai. Sicuramente lo scenario attuale è drammatico. Da tempo noi di Forza Italia chiediamo un esercito europeo. Berlusconi ha sollevato la questione in tempi non sospetti quando nemmeno c'era una crisi come quella attuale».

Come giudica la politica estera del Movimento Cinquestelle?

«Siamo entrati nel governo Draghi perché nato per risolvere un'emergenza come la pandemia e la conseguente crisi economica. Ora però la crisi internazionale mostra tutti i limiti di un alleato (i Cinquestelle) che non ha mai fatto mistero della sua freddezza nei confronti della Nato. Noi però non accettiamo lezioni di pacifismo da nessuno. E non scambiamo la nostra lealtà e coerenza per un pacifismo ridotto a un cliché vuoto».

Anche Salvini adesso frena sull'invio di armi a Kiev.

«Non credo ci siano differenze tra la Lega e il nostro modo di vedere la crisi in Ucraina. Finora il partito di Salvini ha votato tutti i provvedimenti del governo. Non vedo differenze di indirizzo. Come noi anche Salvini ritiene sia un grande pericolo la crisi energetica che il protrarsi della guerra può provocare. D'altronde staccare il rubinetto del gas russo non è un problema solo per noi ma anche per Mosca.

Un'ultima domanda off topic. La Camera ha bocciato l'idea del presidenzialismo.

«Un peccato. È dal '95 che Berlusconi caldeggia questa riforma. Abbiamo quindi votato convintamente la proposta di Fratelli d'Italia.

Purtroppo c'è chi a parole si dice pronto a modernizzare la nostra Carta costituzionale. Poi, però, preferisce allinearsi a un centrosinistra che non vuole affatto modernizzare il nostro ordinamento e renderlo adatto a capire le nuove esigenze di rappresentanza».

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