Cultura e Spettacoli

Zalone zittisce gli ultrà del politically correct: "Ora basta stupidaggini"

L'attore risponde alle polemiche: "Purtroppo non si può dire più nulla, c'è sempre qualcuno che si offende. L'unica cosa atroce qui è la psicosi del politicamente corretto"

Zalone zittisce gli ultrà del politically correct: "Ora basta stupidaggini"

"Se riproponessi certe imitazioni di dieci anni fa, tipo quella di Giuliano dei Negramaro, mi arresterebbero". Questa la dura realtà sottolineata da Checco Zalone: "Oggi non potrei scherzare come facevo su Tiziano Ferro o sugli omosessuali". Recentemente finito nella bufera dopo l'uscita del trailer di Tolo Tolo con tanto di accuse di razzismo, il comico barese ha risposto duramente: "Purtroppo non si può dire più nulla. L'unica cosa atroce qui è la psicosi del politicamente corretto. C'è sempre qualche comunità, o qualche gruppo di interesse, che si offende". E ha risposto a coloro che lo hanno accusato di essere intollerate verso i migranti: "Escludo che qualcuno possa essere così stupido da pensarlo davvero". Non poteva mancare una battuta tipica del suo stile: "Non sono razzista neanche verso i salenti, che sono i veri terroni. Ne approfitto per chiedere scusa ai foggiani. Chiedo scusa pure ai calabresi: nel nuovo film c'è una battuta terribile su Vibo Valentia".

La politica

Intervistato dal Corriere della Sera, l'attore ha commentato il pensiero degli spettatori che lo accostano alla sinistra: "Eh no! Questo è troppo! Qui mi arrabbio davvero". In realtà la prima volta, nel 1996, ha votato Silvio Berlusconi: "Secco. Perse. Per un po' poi mi sono astenuto". L'ultima volta ha ammesso di aver votato Matteo Renzi: "E ha perso pure lui". Luca Pasquale Medici ha narrato la nascita della leggenda del Checco Zalone di destra: "Eravamo a una festa di paese. Tentavo di provare sul palco, ma da quattro ore un gruppo di comunisti, vestiti da comunisti, andava avanti con la pizzica". Successivamente urlò spontaneamente: "Viva Berlusconi!".

Poi ha raccontato di essere stato ad Arcore con Piersilvio Berlusconi, il produttore Pietro Valsecchi, Giampaolo Letta e la compagnia Mariangela in occasione della nascita della figlia Gaia: "Per festeggiare bevemmo solo vino Gaja, il migliore del mondo". Alle ore 10.00 di sera Berlusconi si alzò sospirando: "Scusate, ma devo andare a scrivere le memorie difensive del processo. Cosa mi tocca, a quasi ottant'anni...". Completamente ubriaco si perse nei meandri della villa: "Trovai Berlusconi con sette donne, tutte vestite. Lui stava recitando la parte del prete, che ascoltava in confessione i peccati. Mi indignai... Berlusconi con le donne vestite? I valori di una volta?".

Al momento continua a piacergli il fondatore di Italia Viva: "Anche perché lui mi ha cercato, mi ha intortato. Amo i perdenti". Ha espresso un giudizio anche sulle sardine: "Non le ho ancora capite. Non mi esprimo. Certo, questo leader con il cerchietto tra i capelli...". Non è riuscito a inquadrare neanche Matteo Salvini: "So solo che è un grande comunicatore. È un grande paraculo. Ora vedo che sta tentando di diventare un po' democristiano".

Il film

Il titolo del film, Tolo Tolo, vuol dire "Solo Solo". Si tratta di una storia che ha come protagonista "un italiano scappato in Africa, inseguito dai debiti". Nel Paese scoppia una guerra civile "e lui tenta di tornare in patria, unico bianco tra i profughi", incontrando una donna e un bambino che si chiama Dudù: "Ti chiami come il cane di Berlusconi". Verrà criticato ovviamente anche per questo.

È da intendersi un film per cambiare il sentimento degli italiani verso i migranti? "Non ho questa ambizione. Abbiamo girato in Kenya, in Marocco, a Malta dove abbiamo ricreato i campi di detenzione libici". Sono state dunque 20 settimane "di lavoro durissimo". Ieri è stato il Data-Day, un termine da lui inventato che sta a indicare il giorno in cui bisogna consegnare il film alla censura: "Esiste ancora la censura.

Da quel momento non puoi cambiare nulla".

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