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Chi di Brexit ferisce di Brexit perisce

Stavolta James Bond non è riuscito a soddisfare i desideri di Sua Maestà. Si trattasse di mettere sotto tiro l'arbitro o scovare un rigore per vincere

Chi di Brexit ferisce di Brexit perisce

Stavolta James Bond non è riuscito a soddisfare i desideri di Sua Maestà. Si trattasse di mettere sotto tiro l'arbitro o scovare un rigore per vincere. Dio salvi i maestri (ex?) del pallone. Dopo 55 anni di astinenza, il gufo non vuol mollare la spalla dell'Inghilterra del football. Ancora un colpo basso: pensavano di aver scacciato la maledizione con il gol di un terzinaccio dal piede centrato. Solo due minuti ed ecco l'illusione. Illusione feroce. Nell'anno in cui il Chelsea ha portato a casa la Champions, la tradizione/ maledizione è stata peggio di un Gattuso tempi d'oro nel marcare stretto i sudditi calcistici ad evitare il gol del ritorno nell'aristocrazia pallonara. «La coppa torna a casa» era un bel motivetto ma niente più. La storia parla diversamente. E chissà mai cosa ci dirà ora, che solo l'Inghilterra del football ha lottato per rimanere ben salda nell'Europa che conta. In parte ce l'ha fatta. Il calcio voleva farci vivere uno dei controsensi della storia: quelli se ne vanno, ma nel pallone comandano. Si tratti di club o di nazionale. Questa squadra non ha la faccia di viandante casuale. Gli inglesi calcisticamente conoscono bene il «no pain, no gain» (senza sofferenza, nessuna ricompensa) però oggi lo malediranno. Hanno sofferto, lottato, riconquistato posizioni, messo le basi per il futuro in questo ottimo Europeo, avviato la finale nel modo migliore, studiato perfino un modo diverso di giocare il calcio loro (immaginate la sofferenza ad ammetterlo), ma il gain non c'è stato. C'è stato un passo avanti: dai flop in semifinale sono passati alla delusione di una finale. Hanno trovato un grande condottiero (Harry Kane) e un furbo ed avveduto ct. C'è futuro nel calcio inglese, lo hanno calcisticamente cantato i loro giovani, lo ha detto una difesa ad alta concentrazione. C'è il tempo per salire l'ultimo gradino prima dei mondiali del Qatar 2022. Non avranno più le condizioni favorevoli godute in questo torneo, ma forse hanno superato la prova di forza con il passato: il gufo si sta addormentando, l'Inghilterra si è risvegliata, i suoi giocatori hanno modellato una mentalità più europea e meno inglese. Un controsenso? No, solo un'idea del destino.

E un avvertimento: chi di Brexit ferisce, di Brexit perisce.

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