
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha travolto il mondo come un ciclone. Il suo approccio imprevedibile e le sue decisioni riempiono ogni giorno le colonne dei quotidiani, i servizi dei telegiornali e i salotti dei programmi di dibattito politico. Ma Trump, pur essendo sempre al centro dell'attenzione, non riesce a oscurare un altro personaggio fondamentale per comprendere gli Stati Uniti a noi contemporanei: il vicepresidente J.D. Vance. È stato proprio lui a pronunciare l'ormai famosa frase «A Washington c'è un nuovo sceriffo in città», un monito sul fatto che nulla sarebbe stato più come prima con l'avvento della seconda amministrazione del tycoon. La citazione è stata ripresa nel titolo della biografia «J.D Vance, il vice sceriffo», scritta dal direttore di Open Franco Bechis. Nella prefazione del direttore Enrico Mentana, si ricorda come il nostro Paese sia stato uno dei pochi lasciato indenne dagli strali del numero due di Trump durante il suo discorso alla conferenza di Monaco e viene sottolineato l'allineamento tra lui e la coalizione di governo di Giorgia Meloni. «È molto diverso dalle tante personalità che ho avuto la possibilità di incontrare nel mio percorso politico», afferma la presidente del Consiglio nel suo contributo inedito contenuto nel volume, nel quale ha sottolineato la centralità della fede e dell'essere umano nel pensiero politico del «vice sceriffo». Per Matteo Salvini, «la sua storia personale dimostra quanto sia tosto: non è certo da tutti diventare vicepresidente degli Stati Uniti d'America con i suoi gravissimi problemi familiari e in una zona del Paese non tra le più floride». Ed è proprio in questo che risiede una chiave di lettura fondamentale, da molti ignorata. Analizzare e conoscere il passato di una persona è necessario per comprendere le sue azioni, che possono apparire irrazionali e, dunque, essere semplicisticamente bollate come tali senza che si scavi a fondo per trovarne le motivazioni.
E questa analisi diventerà presto necessaria nelle cancellerie occidentali, perché la stella di Vance non tramonterà con la seconda amministrazione Trump. Il «vice sceriffo» è in prima linea come successore favorito del tycoon e, a soli 40 anni, avrà parecchie occasioni per puntare alla Casa Bianca.