Chi paga il conto (stellare) dei nuovi italiani

Questo diritto per i soggetti esteri genera dei costi per chi cittadino lo è già. Le conseguenze su concorsi e università

Chi paga il conto (stellare) dei nuovi italiani

Nella discussione sulla cittadinanza in base allo ius soli, inventato dopo la scoperta dell'America per toglierla agli Indios, si dimentica che questo diritto per i soggetti esteri genera dei costi per chi cittadino lo è già sia perché ci sono nuove spese e sia perché essendo la «coperta corta», ce n'è meno per ciascuno. I leader politici che sostengono lo ius soli dovrebbero spiegare che «non è un pasto gratis». In Italia esiste la legge sull'invalidità civile che dà diritto a una indennità mensile ed a una serie di agevolazioni, per gli italiani invalidi civilmente, per nascita o disabilità successiva, extra lavoro, conseguita in qualsiasi età. Inoltre è prevista, a carico del Tesoro, la pensione sociale per i cittadini anziani, privi di altra pensione o/e reddito adeguato. La concessione, della cittadinanza per ius soli, genererebbe un diritto a tale indennità, anche per chi sia tornato nel paese di origine o sia andato in un terzo. Gli extracomunitari potranno fruire del bonus bebè anche se privi di permesso di soggiorno di lunga durata. Con lo ius soli, potranno aprire una impresa o fare un lavoro autonomo anche extracomunitari con permesso di soggiorno breve. L'annuncio che in Italia c'è lo ius soli agirà da incentivo all'immigrazione illegittima in particolare di donne in gravidanza e di giovani. Inoltre tanti semi clandestini che sono in Italia da molto tempo faranno emergere diritti di cittadinanza per lo ius soli dei loro figli. Ora, in estensione alla social card, è stato creato il reddito di inclusione, collegato alla cittadinanza. Estendendo il diritto a essere italiani cresce il numero degli aventi diritto al reddito di inclusione. I grillini, che sostengono che tutti debbono avere un «reddito di cittadinanza» se non trovano lavoro o non lo vogliono trovare, ora si oppongono allo ius soli, dopo esserne stati paladini, perché il loro progetto elettoralistico principale sarebbe messo a repentaglio dal fatto che cresca troppo il numero dei cittadini. Così si contorcono. Quelli del Pd sventolano il proprio disegno di legge sullo ius soli, per dimostrare che i «veri umanitari» son loro. Ma non spiegano che ci sono nuovi costi e che poiché «i posti a tavola sono limitati», qualcuno dovrà rimaner fuori. Se ci sono più italiani, quelli che lo sono già vedono sminuiti i propri diritti, come quelli per le iscrizioni ai corsi universitari a numero chiuso e alle borse di studio in cui c'è la distinzione fra i posti per gli italiani e quelli per gli stranieri. Lo stesso vale per i concorsi negli impieghi pubblici e per molte agevolazioni statali, regionali e di enti locali per le quali, nella domanda, bisogna mettere che si è italiani. Grossi problemi di costi sorgerebbero per gli uffici anagrafici e per quelli dei passaporti, che debbono rilasciarne un maggior numero, controllarne l'aggiornamento e fare traduzioni in lingua italiana di certificati in lingue afro-asiatiche spesso con caratteri sconosciuti. Nuovi costi per gli uffici elettorali, con l'aumento degli aventi diritto al voto; e nuove spese per i seggi elettorali all'estero e per le nostre ambasciate.

Desideriamo accoglier gli stranieri senza mezzi, vogliamo farli nostri concittadini per ius soli, vogliamo dar loro il reddito di inclusione e altri «pasti gratis» e posti perché «ci sentiamo umanitari»? Bene. La domanda non è soltanto «chi paga il conto», ma anche «abbiamo abbastanza mezzi per pagare il conto?».

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