
Un limbo, un "tempo morto" di durata imprevedibile in cui la sorte di Manfredi Catella, dell'assessore Giancarlo Tancredi e degli altri quattro indagati dello scandalo Urbanistica che la Procura vuole arrestare resterà sospesa, in attesa delle decisioni del giudice preliminare Mattia Fiorentini. Gli interrogatori preventivi di mercoledì prossimo al settimo piano del tribunale daranno modo ai sei di presentare le loro prime difese dalle accuse che vengono loro mosse dai pubblici ministeri: sarà una giornata campale, il primo a andare sotto esame sarà alle 9,45 l'ex presidente della commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni, per il quale i pm hanno chiesto il carcere, poi ogni ora un nuovo interrogatorio: l'architetto Alessandro Scandurra, anche lui candidato a San Vittore, poi Tancredi (la richiesta per lui è di domiciliari), il costruttore Federico Pella di J+S (proposto per il carcere), a seguire Catella (richiesta di domiciliari) e a finire l'altro costruttore Andrea Bezziccheri, presidente di Bluestone, che con il suo cantiere di piazza Aspromonte denunciato dai comitati di zona ha dato via al big bang che ha investito Milano e la sua giunta, e che ora i pm vogliono i cella.
Cosa rischiano, in concreto, i sei (che sono, va ricordato, solo la parte più esposta di una pletore di 74 indagati che la Procura lascia a piede libero, compreso il sindaco Beppe Sala e l'architetto Stefano Boeri)? Di sicuro, una attesa snervante. La norma che impone al giudice di interrogare preventivamente gli indagati di cui viene chiesto l'arresto non prescrive al giudice un limite massimo di tempo per prendere la sua decisione. In teoria, il gip Fiorentini potrebbe impiegare anche settimane per emettere il suo provvedimento. Ma non è lo scenario più probabile. Anche perché Fiorentini - 44 anni, romagnolo di Faenza, un passato da giudice in Calabria - si è già occupato nei mesi scorsi di quasi tutti i filoni investigativi aperti dalla Procura milanese sul fronte dell'Urbanistica. Conosce già buona parte delle vicende sul tappeto, conosce molti dei personaggi e soprattutto conosce bene il quadro normativo in cui le complesse vicende vanno inquadrate. Quindi non c'è motivo di prevedere una attesa particolarmente lunga, già all'inizio della settimana prossima il giudice potrebbe sciogliere la sua riserva e decidere il destino dei sei indagati. Che saranno immediatamente esecutive.
Più arduo, ovviamente, ipotizzare quali saranno le sue decisioni. Finora, nei quasi due anni di indagine sulla gestione dell'Urbanistica a Milano, nessun indagato è mai finito in cella. Se Fiorentini decidesse di accogliere una o più delle quattro richieste di carcere avanzate dai pm per Marinoni, Pella, Scandurra e Bezziccheri si tratterebbe sicuramente di una aspra svolta dell'inchiesta, destinata a sollevare nuove polemiche. Ma anche se dovessero scattare i domiciliari chiesti dalla Procura per Catella e Tancredi l'eco sarebbe comunque forte. Per fare previsioni l'unico appiglio è analizzare le altre decisioni prese finora dal giudice Fiorentini: che si è dimostrato assai convinto della credibilità delle accuse mosse dai pm ai vari indagati, e anzi a volte nei suoi provvedimenti ha avuto espressioni anche più aspre di quelle usate dalla Procura (come quando scrisse che a Milano sull'edilizia "è stato violato l'abc dei principi costituzionali") ma ha già respinto richieste di arresti e di sequestri: gli elementi a carico ci sono, ha detto in sostanza, ma non ci sono pericoli immediati da fronteggiare con misure drastiche. Come fece d'altronde nel febbraio scorso il suo collega Luigi Iannelli, che dopo avere interrogato Stefano Boeri, che la Procura voleva mettere agli arresti domiciliari per la vicenda della Biblioteca Europa, respinse la richiesta ma con parole assai severe verso l'archistar.
Certo, molto dipenderà dall'esito degli interrogatori di dopodomani. In teoria i sei indagati potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere, ma è uno scenario davvero improbabile.
Parlerà certamente Giancarlo Tancredi, che ieri ha incontrato il suo legale Giovanni Brambilla Pisoni per definire gli ultimi dettagli della linea difensiva; parlerà Manfredi Catella, che depositerà una memoria che subito dopo - come annunciato ieri - divulgherà alla stampa: una contromossa inevitabile, dice, dopo che alla stampa sono state passate le accuse contro di lui.