Chi sogna una Nazionale pro Pal senza Mondiali

Sapremo rinunciare al viaggio mondiale nel nome di una guerra che non ci appartiene?

Chi sogna una Nazionale pro Pal senza Mondiali
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Si muove l'Onu e chiede a Fifa e Uefa di cancellare Israele da qualunque manifestazione calcistica, mondiale ed europea.

Tra gli esperti nominati dal consiglio per i Diritti umani risulta anche Francesca Albanese, segue comunicato: "Lo sport deve respingere la percezione che tutto proceda come se niente fosse, gli organismi sportivi non devono chiudere un occhio sulle gravi violazioni dei diritti umani, soprattutto quando le loro piattaforme vengono utilizzate per normalizzare le ingiustizie".

Il pallone è sul tavolo di Gianni Infantino che da presidente della Fifa è ormai il secondo inquilino della casa Bianca, ospite graditissimo di Donald Trump al quale ha fatto dono di medaglie d'oro e dell'originale della coppa del mondo per club assegnata, come replica, ai vincitori del Chelsea.

Il momento è delicato, la decisione storica, il 14 ottobre è in programma, a Udine, la partita di ritorno contro la nazionale israeliana valida per la qualificazione al mondiale 2026. Alberto Felice De Toni, sindaco della città friulana, non soltanto aveva escluso il patrocinio all'evento ma ha raccolto oltre ventimila firme per chiedere l'annullamento della partita o il rinvio ad altra data, non meglio precisata, però l'importante è la petizione: "Giocare adesso è inopportuno" ha sentenziato però lasciando la parola agli organi competenti.

Massì, una volta per tutte, piantiamo la bandiera e cancelliamo l'incontro, la nazionale di Gattuso non scenda in campo, conceda, per regolamento, la vittoria a tavolino, 0 a 3, a Israele, meglio perdere sul campo che perdere la faccia, ci sarebbe il rischio marginale di non partecipare alla prossima edizione della Coppa del mondo, come già accaduto, non per motivi politici ma per broccaggine calcistica, alle recenti due edizioni, si passi alla storia come federazione e Paese uniti dallo stesso spirito di pace, di denuncia, una flottila di calciatori pronti a voltare le spalle agli avversari colpevoli di genocidio, un atto forte, chiaro, esibito al mondo, una decisione che non è stata tuttavia adottata dalla Norvegia, dalla Moldavia e dall'Estonia, le nazionali che fanno parte dello stesso girone di qualificazione al mondiale e sono scese normalmente in gara.

È giunto il momento, per Gabriele Gravina presidente federale, di assumersi responsabilità politiche dinanzi ad atti criminali, non servono parole, non serve la lettura di un comunicato da parte del capitano azzurro Donnarumma o di un minuto di silenzio, in presenza dei calciatori israeliani, come omaggio e memoria delle vittime palestinesi. A Debrecen, nella partita di andata su città neutra, un manipolo di tifosi italiani al momento dell'inno israeliano, diede le spalle al campo, escludo, però, che lo stesso possa accadere con gli ultras israeliani alle prime note di Mameli.

Avrà dunque la federcalcio questo coraggio? Sapremo rinunciare al

viaggio mondiale nel nome di una guerra che non ci appartiene? Sarebbe la prima e unica ritirata dei vincitori. Vediamo chi sarà il primo a fare un passo in avanti. Eventualmente anche indietro. Ai "poster" l'ardua sentenza.

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