Elezioni politiche 2022

"Chi vota Azione? Se va coi dem i moderati si asterrebbero"

Il docente esclude un travaso di preferenze da Forza Italia: "Gli elettori azzurri non appoggerebbero gli avversari"

"Chi vota Azione? Se va coi dem i moderati si asterrebbero"

Alla fine, c'è sempre qualcuno che spariglia le carte, uno che rompe gli schemi e rimescola il tegame. Per dirla in altri termini, tra i due litiganti è sempre il terzo che poi gode. Anche perché il più delle volte è quello che ha meno da perdere. Carlo Calenda e la sua Azione, che fino a qualche tempo fa nessuno considerava (o poco), sta pian piano diventando l'ago della bilancia. Ma è davvero lui la panacea di tutti i mali? Lo abbiamo chiesto al professor Raimondo Cubeddu, docente di Filosofia politica presso l'Università di Pisa.

Professore, come lo vede questo Calenda?

«Un movimento un po' sotto le righe che però questa accelerazione della crisi ha fatto rinascere. La svolta di Berlusconi e l'appiattimento nei confronti di Salvini non è stata accettata non solo da personaggi di un certo rilievo di Forza Italia. Spostandosi su Calenda hanno di fatto invitato l'elettorato cosiddetto liberale a venire con loro».

Lei crede che sarà una bella fetta?

«Non sarà tanto forse, ma di certo non contribuirà a rafforzare la posizione di Berlusconi nella trattativa successiva all'interno del centrodestra nel caso dovesse vincere».

Forza Italia però resta importante per la coalizione.

«É fondamentale, ma l'appiattimento nei confronti di Salvini non aiuta Forza Italia che ne uscirà indebolita perché una parte dell'elettorato liberale si sposterà da altre parti, delusa da quella svolta».

Si riferisce ai personaggi che sono già usciti?

«I personaggi che sono andati via sono importanti ma non grandi personaggi. Il problema è che non c'è una progettualità futura. Certi politici potranno confluire in Azione che però potrebbe trarne un vantaggio limitato se ad un certo punto decidesse di schierarsi con il Pd».

L'alleanza con la sinistra può dar fastidio?

«Molti potrebbero non essere d'accordo. Soprattutto quelli che si sono sentiti delusi e irritati dalla svolta di Berlusconi e che non hanno più intenzione di seguirlo».

Possibile che l'alternativa a Berlusconi sia Calenda?

«C'è da dire che votare Calenda potrebbe significare anche votarsi all'irrilevanza; un'altra cosa è invece un voto a Calenda e al Pd insieme, ma qui il passaggio è più difficile e questa scelta potrebbe tradursi in astensionismo».

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