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Chiudiamo dentro chi rifiuta il vaccino

Un bel raus e i tedeschi incominciano a respirare, verbo ideale in questi tempi

Chiudiamo dentro chi rifiuta i sieri

Un bel raus e i tedeschi incominciano a respirare, verbo ideale in questi tempi. Fuori i No Vax, il confinamento dei ribelli sta dando gli effetti desiderati, la scelta del due dicembre scorso porta a numeri importanti, dalla paura alla speranza, è bastata una norma logica, elementare per la svolta. Se qualcuno ha voglia di buttarsi giù dalla Commezerbank Tower di Francoforte faccia pure, sappia però che le cure verranno garantite ma dovrà pagarsi le spese e tutte senza nemmeno protestare. In breve: il lockdown limitato a chi non ha voluto vaccinarsi ha avuto una logica sociale e sanitaria, i contatti si sono rarefatti, si è passati dal distanziamento a un isolamento di chi si è volontariamente chiamato fuori. Non vedo e non capisco il problema e le contestazioni. Prima che la pandemia occupasse ospedali e dibattiti, basta un colpo di tosse o due linee di febbre per evitare di partecipare a feste, cene e affari simili: «Per favore non baciamoci nemmeno...». Da qualche tempo non si hanno più segnalazioni di raffreddori e di influenze, ma basta un rialzo termico per scatenare l'inferno e la coda al tamponificio, se questa tesi è vera è ugualmente vero che le precauzioni sono doverose e chi, nonostante la temperatura della fronte e del corpo aumenta, rifiuta anche il viks vaporub e le supposte e allora stia a letto, non esca, non faccia il fenomeno. Lo dico in soldoni, perché così si dovrebbe dialogare con chi è sordo e non per colpa dell'otite. Del resto se non si fidano di quello che sta dentro la siringa, chiedano garanzie anche dal dentista quando l'infermiera provvede a infilare l'ago per l'anestesia, chissà mai che cosa stanno inoculando per alleviare l'ascesso? Non scherzo ma provoco, la questione è molto seria anche se c'è molta fuffa attorno alla stessa, con fazioni ideologiche e politiche, movimenti di piazza a difendere coscienze libere. Personalmente, dalla nascita, nessuno mi ha tenuto informato dei vari «anti» garantiti dalle iniezioni, mi sono sempre fidato dei miei genitori, del pediatra, del medico, dello scienziato. L'ignoranza ha portato bene, a parte scarlattina e pertosse ma quella era roba piccola.

Oggi abbiamo sopportato il lockdown che, in fondo, ci ha restituito la vera libertà smarrita, quella di riflettere nel silenzio e non nel frastuono di chi contesta la qualunque, pur di farsi riconoscere e presumere di avere ragione, sul nulla e sulla storia.

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