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Chiusure e caro-bollette. Altri 10 miliardi di deficit potrebbero non bastare

Partiti in pressing per un nuovo scostamento ma il governo, per ora, rinvia ogni decisione

Chiusure e caro-bollette. Altri 10 miliardi di deficit potrebbero non bastare

«Se ci sono chiusure, ci devono essere ristori». Il leader pentastellato Giuseppe Conte, parlando ai gruppi parlamentari, ieri ha cercato di compattare le truppe attorno a un argomento sul quale tutti i grillini sono particolarmente sensibili. Tra le altre richieste dell'ex premier anche l'equiparazione della quarantena a malattia e l'indennità per gli infermieri. L'Abi, associazione bancaria italiana, ha invece inviato una lettera al presidente del Consilio Draghi, ai ministri e alla Banca d'Italia per chiedere la riconferma «nella loro interezza» di tutte le misure di sostegno alle imprese come i finanziamenti garantiti da Sace anche per le ristrutturazioni dei prestiti nonché l'intercessione presso la Bce affinché le posizioni creditorie oggetto di moratoria non siano da computare come sofferenze in base alle nuove regole.

Si tratta di due richieste - una politica e una finanziaria - che entrano nel vivo del dibattito sull'opportunità di un nuovo scostamento di bilancio, argomento sul quale il premier e il ministro dell'Economia, Daniele Franco, hanno finora glissato sia per l'imminenza dell'elezione del capo dello stato sia per la recente approvazione in extremis della legge di Bilancio.

Affrontare l'argomento, però, è ineludibile e il Consiglio dei ministri odierno potrebbe rappresentare l'occasione per avviare la discussione. Tanto più che l'eventuale obbligo di «super green pass» sui luoghi di lavoro potrebbe creare problemi di produttività nonché cali di fatturato per tutto l'indotto delle attività produttive, a partire dalla ristorazione. Senza contare che l'incremento esponenziale dei contagi ha frenato il turismo. A questo bisogna aggiungere le richieste della Lega che da dieci giorni chiede l'apertura di un tavolo di governo sul caro-bollette er aumentare le risorse disponibili per calmierare le tariffe.

Il conto provvisorio di una simile richiesta è di almeno 10 miliardi di euro, ma è chiaro che prendere la decisione di aumentare il deficit (anche in presenza di un'evoluzione del Pil 2021 migliore del +6,2% atteso) non può essere presa a cuor leggero per un Paese in crisi da extradebito come l'Italia. Soprattutto, perché come accaduto negli anni scorsi, uno scostamento inferiore al punto di Pil potrebbe rivelarsi insufficiente.

Forse un aiuto potrebbe giungere persino dall'opposizione considerato che Fdi sta prendendo a cuore le sorti dello sport invocando ristori per le società colpite dal decreto di fine anno che ha ridotto le capienze per gli eventi indoor al 35%, sacrificando una disciplina molto popolare e molto in difficoltà come il basket.

Ecco perché, prima di avallare un ulteriore scostamento di bilancio, è opportuno sincerarsi che a Bruxelles il barometro volga al bel tempo. Italia e Francia sono alleate nella richiesta di una riforma del Patto di stabilità che escluda dal computo del debito gli stanziamenti emergenziali per contrastare le crisi del debito sovrano (2008-2009) e quelle causate dal Covid (2020-21) in modo da potersi affacciare al 2023 senza il cappio al collo di politiche economiche restrittive per riportare l'indebitamento delle amministrazioni pubbliche verso livelli meno preoccupanti. Ma anche l'indulgenza di Ursula von der Leyen potrebbe non bastare se la presidente della Bce, Christine Lagarde, decidesse di proseguire sulla strada della riduzione degli acquisti anti-pandemia di titoli di Stato e di rialzo dei tassi.

Anche in questo caso il sostegno di Francoforte è una condizione necessaria e sufficiente.

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