La Bce presieduta dalla giurista francese Christine Lagarde ha incrementato di 600 miliardi il programma di acquisti di titoli emessi da soggetti qualificati europei che era di 750 miliardi. L'aumento del programma di acquisti di titoli europei serve alla Bce a deviare ulteriormente dalla regola per cui ciascun stato membro dovrebbe attingere ad essa in proporzione alla sua quota di partecipazione al capitale Bce: che per l'Italia è il 17%. La deviazione dalla regola di proporzionalità comporta di rispondere in modo plausibile al quesito che le ha posto la Corte Costituzionale tedesca: la regola di proporzionalità si basa sul rapporto costi-benefici per ciascuno stato membro. Come si spiega quindi la deviazione? La risposta della Lagarde si basa sul fatto che la pandemia, che ha un effetto dannoso collettivo, ha colpito in modo asimmetrico i diversi Stati membri e le loro singole regioni e a ciò è necessario porre un riparo ad hoc. Ciò, in effetti, ha comportato interventi asimmetrici da parte della Commissione Europea, approvati o in via di approvazione dal Parlamento e dal Consiglio Europeo. Fra essi campeggia il Fondo sanitario del Mes, già in vigore, che dà diritto a un rimborso, sino al 2% del Pil per le spese realmente sostenute nel triennio, con prestito decennale a tasso (...)
(...) zero, ossia a tasso negativo essendo la stima del tasso di inflazione del 2020 lo 0,3%; quella per il 2021 lo 0,8; e quella per il 2022 lo 1,3.
Il Recovery Fund, in corso di approvazione, che entrerà in vigore l'anno prossimo, a carico del nuovo bilancio della Unione Europea e che sarà costituito, per un terzo da finanziamenti a fondo perduto e per due terzi da prestiti per spese di investimento, non avrà come base di riparto la quota di finanziamento al bilancio europeo a carico dei diversi stati membri, ma i progetti approvati. La quota di partecipazione al bilancio europeo varrà solo come tetto al diritto di accesso. Con questi riferimenti, la Bce può rispondere alla Corte tedesca che, in relazione alla pandemia, il governo europeo ha attuato regole che non si attengono allo stretto principio di proporzionalità, perché è un evento a cui non si applicano le regole economiche. Se lo fa il governo europeo, per i suoi obbiettivi istituzionali, ha titolo per farlo la Bce, che è autonoma, e ha come mandato la stabilità monetaria, che comprende il possibile crollo dell'euro. La pandemia è un evento straordinario, che mentre colpisce le varie parti dell'Unione europea in modo diseguale, può generare una grave perdita economica e umana per ciascuno degli Stati membri. È, però, un fatto temporaneo. Una volta cessata, tornano le regole economiche. Tutto ciò comporta che l'Italia può ora contare sulla Bce, con conseguenze che, in un aspetto, sono per molti favorevoli, ma per un altro sono insidiose. E debbono indurre alla massima prudenza. Infatti, la deroga alla regola di proporzionalità, unita al quasi raddoppio della potenza di intervento da 750 a 1.350 miliardi, ha generato una discesa del tasso di interesse per il nostro debito decennale allo 1,41% con uno spread sui Bund tedeschi di soli 176 punti (con i Bund al tasso negativo di -0,351). Ma indebitarsi per spese correnti è pericolosissimo e lo è anche il farlo per estendere la proprietà pubblica, perché ciò burocratizza il sistema.
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