Il cinema di Mafia Capitale al M5S: 20mila euro in un mese per gli amici

I grillini hanno affidato le rassegne ai centri sociali. Tra gli ospiti pure la Guzzanti. E per far soldi tassano le processioni

Il cinema di Mafia Capitale al M5S: 20mila euro in un mese per gli amici

Roma Non solo polizze. Succede di tutto nel sottopotere romano dei municipi (le circoscrizioni) in mano alla maggioranza grillina. Un caso emblematico è quello del «Nuovo cinema Aquila», simbolo del governo della sinistra a Roma ora transitato nella gestione M5S. Ma senza che le logiche di fondo cambino: lo spazio sul palco spetta agli «amici», a chi mostra affinità politiche col padrone delle ferriere di turno.

La storia dell'ex cinema di quartiere confiscato alla banda della Magliana nel 1996 e ristrutturato a spese del comune a metà degli anni 2000, è un brutto film. Dopo anni di lungaggini il cinema riapre con velleità da centro culturale pubblico e viene affidato in gestione a un consorzio di cooperative denominato «Sol.Co». E, manco a dirlo, in questo solco si annida tra le altre la cooperativa «Formula sociale», una delle sigle riconducibile al vasto gruppo gestito da Salvatore Buzzi, l'antieroe di Mafia capitale. Nel pieno dell'inchiesta il direttore del cinema, Fabio Meloni si presenta spontaneamente dai carabinieri per denunciare pressioni politiche. In particolare accusa un consigliere comunale di Sel di avergli chiesto di assumere un suo amico. In cambio, dice, «mi prometteva dei rimborsi dovuti per spese già sostenute». L'assunzione arriva, per un anno. I finanziamenti no. E il contratto di assunzione non viene rinnovato.

Finisce male: il Campidoglio, all'epoca guidato da Ignazio Marino, revoca la concessione per la gestione del cinema contestando irregolarità amministrative, nonostante le 6.500 firme raccolte nel quartiere. È il 2015 e pochi mesi dopo Marino sarà costretto dal Pd a rassegnare le dimissioni. Il cinema L'Aquila rimarrà chiuso per oltre un anno, dopo un tentativo andato a vuoto con un nuovo bando. Nel quartiere, il Pigneto, la campagna elettorale grillina batte molto sulla riapertura del cinema, naturalmente con «trasparenza» e «senza costi per la cittadinanza». E quando nel municipio si insedia la giunta grillina, viene promesso un bando, ma nel frattempo si avvia una gestione transitoria che, all'inizio, è affidata alla buona al volontariato delle associazioni del territorio. A febbraio la svolta: il bando non arriva, ma il municipio stanzia ben 20.000 euro per la programmazione di un mese, alla faccia del «senza spesa per i cittadini». «Una cifra superiore a quanto il municipio stesso spende per la cultura in un anno», protesta l'ex minisindaco Pd del municipio Giammarco Palmieri parlando al sito Romatoday. Ma non è tutto: la programmazione è affidata ai soliti centri sociali e, oltre a una rassegna di film curdi e all'immancabile giornata dedicata alla Resistenza, spunta anche la proiezione del film di Sabina Guzzanti La Trattativa, con la regista, le cui posizioni politiche sono sempre più vicine a Beppe Grillo, presente in sala.

Soldi a pioggia ai simpatizzanti e invece alla Chiesa si impone una tassa.

In un altro municipio di Roma gestito dai grillini, il IV, la giunta M5S ha inviato un fax alle 18 parrocchie della zona chiedendo di fare domanda formale per tenere le processioni religiose. Onde essere assoggettati al balzello di 96 euro per occupazione di suolo pubblico. La chiesa non vota Grillo? Arriva la tassa sulle processioni.

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