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M5S, l'ombra di un'altra scissione: "Molti andranno nel centrodestra o nel Pd"

Il M5S resta diviso sull'ipotesi di lasciare il governo. Di Battista ironizza: "E anche oggi il Movimento 5 Stelle esce dal governo domani”

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La lunga giornata politica, che per il M5S non si è ancora conclusa, lascia insoluto il dubbio: i pentastellati usciranno dal governo o passeranno all'opposizione?

Il teatrino dei continui penultimatum di Giuseppe Conte segna nuovi malumori sia dentro sia fuori il Palazzo. Alessandro Di Battista, infatti, dalla sua pagina Facebook, fa trapelare il suo disappunto per i continui tentennamenti del leader del M5S.“E anche oggi il Movimento 5 Stelle esce dal governo domani”, scrive l'ex deputato romano che sembra aver così lanciato un'Opa per la leadership del Movimento. “Chissà, magari il Movimento uscirà dal governo dopo l’estate, quando i parlamentari avranno maturato la pensione”, ipotizza Dibbba. Che, poi, punzecchia: “Magari uscirà dopo la finanziaria, momento d’oro per chi è alla ricerca di denari da trasformare in markette elettorali. O forse non uscirà mai”. Di Battista solidarizza, infine, con “gli ultimi giapponesi” che vogliono lasciare il governo Draghi e che si chiedono “come sia stato possibile ridurre la più grande forza politica del Paese nella succursale della pavidità e dell’autolesionismo”.

Domani sarà un giorno decisivo perché si voterà il testo del Dl Aiuti così com'è uscito dalle commissioni e, quindi, anche con il tanto vituperato termovalorizzatore per Roma. È probabile che, alla Camera, i grillini votino la fiducia e che, magari, decidano di astenersi sul provvedimento, mentre a Palazzo Madama potrebbero uscire dall'Aula. Lo stesso Conte, parlando con i giornalisti, prima della riunione, aveva spiegato di non aver mai assicurato il sostegno al governo:“Ho detto che ci sono delle richieste molto chiare e dalle risposte valuteremo la prospettiva di continuare a collaborare con il governo. Le risposte saranno determinanti". In un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il leader del M5S ribadisce: "servono ragioni per restare dentro l'esecutivo, vogliamo risposte vere e risolutive entro luglio" e conferma: "La nostra comunità sta con un piede fuori dal governo". Stando a quanto riferisce l'Adnkronos, nel corso della riunione congiunta che Conte ha tenuto ieri con i gruppi parlamentari, la maggioranza degli interventi sarebbe a favore dell'appoggio esterno al governo.

Non tutti, però, concordano con la vulgata che i gruppi parlamentari M5S siano compatti nell'uscire dal governo. E, anzi, i presenti all'assemblea sarebbero la claque di Conte, i fedelissimi pronti a seguirlo sempre e comunque. Molti altri, invece, non hanno neppure partecipato alla riunione e, qualora Conte staccasse davvero la spina al governo, sarebbero pronti a mollare il Movimento per dirigersi verso altri lidi. “Non è assolutamente vero”, dice una deputata pentastellata a ilGiornale.it. "Sono i 5 vicepresidenti, i senatori e qualche sparuto deputato, ma la maggior parte del gruppo no”, rivela la nostra fonte convinta che “se dovessimo uscire dal governo, se ne andranno via in tanti di noi”. Dove? “Chi al misto, chi nel Pd o nei partiti di centrodestra che, quantomeno, hanno una linea politica...”. I tentennamenti di Conte non piacciono più e, ormai, dopo aver governato con tutti per tre anni e mezzo, non si puà passare all'opposizione e sperare di risalire nei sondaggi. Questo è il pensiero di vari deputati, delusi e sconcertati dall'andamento della giornata odierna. “Uscire dal governo dicendo: Esco perché non conto' non è una linea vincente, ma l'ammissione che non si conta nulla...

”, ci viene detto.

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