Cirinnà (Pd): "Escludere gli obiettori dai concorsi"
La senatrice Monica Cirinnà vuole cambiare le selezioni per i medici: "Chi è obiettore non può partecipare"
La senatrice Monica Cirinnà vuole cambiare le selezioni per i medici: "Chi è obiettore non può partecipare"

Le parole di Papa Francesco sull'aborto hanno agitato e non poco la politica e soprattutto il Pd. Il Pontefice ieri ha affermato: "Perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio, concedo d'ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto".
Un'affermazione forte a cui ha risposto con un commento la senatrice del Pd, Monica Cirinnà: "Da laica sostengo che nessuno possa giudicare le azioni di un altissimo esponente di una religione come è il Papa. Sicuramente sta andando nella direzione giusta. O la Chiesa torna ad essere quel rifugio, quell’accoglimento, quelle braccia aperte in cui chiunque si può ritrovare oppure continuerà a perdere seguaci. Certamente da laica dico che la questione della legge 194 asserisce al nostro Stato e quindi va continuata ad essere regolata e soprattutto ad essere attuata perché questo è un grande problema in Italia", ha affermato ai microfoni di Radio Cusano Campus (Ascolta le parole del ministro). Poi però la Cirinnà è entrata nel merito della questione puntando il dito contro gli obiettori di coscienza: "Il problema grave sul quale deve intervenire il Ministero e mi auguro che anche il parlamento voglia muoversi è che due medici su tre in Italia sono obiettori e forse questa pronuncia del Papa può anche aiutare queste persone. Se si lavora in una struttura pubblica, le leggi vanno garantite. In Europa non ci sono questi numeri, è così solo in Italia. Se si fa un concorso pubblico per lavorare in ginecologia in un ospedale pubblico, la legge è uguale per tutti. Non è che uno si può tutelare o cautelare o difendere da chissà che con l’obiezione di coscienza. Una buona soluzione potrebbe essere quella di escludere dai concorsi pubblici gli obiettori di coscienza. E’ chiaro che ormai l’esistente è l’esistente, quindi fatto salvo chi già c’è. Sarebbe una cosa democratica, visto che siamo uno stato laico, quella di poter dire che le leggi vanno attuate".
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