Città sempre meno sicure. Milano resta maglia nera

Studio del "Sole24ore", record di denunce dal 2013. Male Roma, Firenze choc: rapine +56%

Città sempre meno sicure. Milano resta maglia nera

L'Italia del 2023 si scopre più insicura. Le tre città sul podio della classifica del Sole24Ore stilata con i dati dell'anno scorso - Milano, Roma e Firenze - sono metropoli turistiche dove l'afflusso incontrollato di persone ha fatto trionfare il senso di impunità sul rispetto delle regole di convivenza. Ma questo non può spiegare tutto, soprattutto perché per la città guidata da Beppe Sala la maglia nera (con oltre 7mila segnalazioni ogni 100mila abitanti nel 2023, +4,9%) è una conferma: è terza per violenze sessuali e quinta per reati connessi agli stupefacenti. «Non mi sento il presidente del tribunale di Gotham City. C'è un forte problema di risorse», dice al quotidiano di Confindustria il presidente del Tribunale Fabio Roja.

Anche a Roma furti, reati legati alla criminalità predatoria e agli stupefacenti fanno fa traino. I raid vandalici contro le stazioni della metro si sprecano, qualche giorno fa sono state prese di mira persino le auto (private) dei vigili urbani. Mentre nella rossa Firenze l'impennata di rapine in strada fa segnare un devastante +56% rispetto al 2022. Un trend collegato, secondo il neo sindaco Pd Sara Furnaro, «all'abuso di nuove droghe come il crack», ma è anche vero che a Firenze i 900 vigili si vedono di rado. Fuori dal podio ci sono Rimini (4), Torino (5), Bologna (6), Prato (7), Imperia (8) e Livorno (10), con Napoli che passa al 12 posto, lasciando il nono a Venezia, sebbene il sindaco partenopeo Gaetano Manfredi lamenti «una circolazione troppo facile delle armi in città». «Sulla microcriminalità non bisogna essere buonisti, ma severi», aveva detto nei mesi scorsi il presidente del tribunale di Napoli Elisabetta Garzo parlando di «criminalità giovanile feroce».

Nel 2023 le denunce per omicidi, percosse, lesioni e rapine sono in crescita a livello nazionale per la prima volta dal 2013, a testimonianza di una spirale sociale ed economica pericolosa, legata alle nuove generazioni di italiani, sia da non sottovalutare e che ha due possibili risposte, non necessariamente alternative: l'educazione o la repressione. O si investe nelle politiche sociali, come chiedono molti sindaci, intercettando sul nascere possibili fenomeni criminali, o l'alternativa è la stretta che questo esecutivo ha imposto con i suoi Decreti sicurezza. «Se un agente fermava un minore con un'arma, veniva accompagnato a casa, abbiamo creato i presupposti perché ciò non accada più», è la risposta del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Il provvedimento tutela degli anziani contro la perniciosa epidemia delle truffe, prevede un giro di vite contro le donne rom incinte, che sfruttano minori per l'accattonaggio e contro reati apparentemente minori come le case occupate, che incidono pesantemente sulla serenità e sulla convivenza sociale. Reati che, lo dicono gli esperti, causano nelle vittime sofferenze psicologiche, ansia, insicurezza, depressione, paure improvvise ed immotivate anche mesi dopo il fatto, a fronte di una scarsa attenzione per la vittima che certo non incentiva la denuncia.

I dati hanno dato la stura alle opposizioni per lanciare l'allarme sicurezza. Il più feroce è l'ex premier Giuseppe Conte: «Ve li ricordate? Post, comizi, proclami in Aula sulla sicurezza. Poi vanno al governo e che succede? Aumentano i dati sulla criminalità. Più violenza e rapine in strada (+24,5% rispetto al 2019): dalle metro alle periferie, dalle grandi città alle province, i cittadini si ritrovano spesso soli di fronte a borseggiatori, baby gang, interi quartieri che diventano zone franche». Alla provocazione di Conte rispondono fonti del Viminale. «Il trend negativo fotografato l'anno scorso si è già invertito grazie a un aumento dei controlli. Nel primo semestre 2024 i delitti sono calati dell'1,1%, gli omicidi volontari sono passati da 179 a 129 (-28%), degli oltre 400mila soggetti denunciati e arrestati un terzo è straniero, di questi (139mila) quasi la metà sono irregolari. Vista l'incidenza dei reati commessi da migranti irregolari, soprattutto nei grandi centri urbani, è stata inoltre potenziata l'attività per il rimpatrio degli stessi, anche grazie ad operazioni straordinarie realizzate dalle Questure. Sono 3.724 i rimpatri effettuati da inizio anno ad oggi, a fronte dei 3.164 realizzati nello stesso periodo dell'anno precedente».

Uno sforzo investigativo i cui meriti se li intestano giustamente anche i sindacati di polizia: «Il nostro è un sistema sicurezza tra i migliori al mondo, nonostante l'abbassamento drastico degli organici e l'età media degli operatori», fa sapere Felice Romano, Segretario Generale del Siulp che lancia un campanello d'allarme sul mancato turnover.

Ultima annotazione: fa specie vedere nelle ultime posizioni città come Reggio Calabria (80ma) vista la prepotente infiltrazione della 'ndrangheta nel tessuto politico-imprenditoriale.

Non basta pensare che il dato sia figlio di una possibile omertà, più facile che la mancanza di fiducia nell'assenza di un'efficace azione repressiva dello Stato faccia il palio con la deterrenza legata al controllo militare del territorio che la mafia calabrese esercita. Ma questa è un'altra storia, che sfugge alle fredde statistiche.

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