Roma - Appena i decreti Minniti furono approvati, Roberto Saviano cominciò a bombardarli e scrisse su Repubblica che era una normativa «classista e razzista». Dato il pulpito e l'autore, i lettori del Giornale si saranno subito fatti l'idea che era una legislazione valida. E in effetti il caso di Forte dei Marmi sembra confermarlo. Anche se non mancano i punti critici. Incluso il fatto che parte delle misure, a causa dei veti a sinistra, sono rmasti lettera morta perché alcuni decreti attuativi sono rimasti impigliati nella trattativa politica.
Il decreto che ha avuto la maggior risonanza è quello sulla sicurezza nelle città, il cosiddetto «Daspo urbano»: in sostanza un ordine di allontanamento simile a quello applicato agli ultrà violenti allo stadio, ma che si rivolge a chi crea problemi di ordine pubblico sui mezzi di trasporto o in aree culturali e turistiche. Ma in realtà, nei primi mesi del 2017 il Viminale ha promosso una serie di norme con parecchi aspetti innovativi, inclusi quelli sui migranti e un decreto, il numero 50 dell'aprile 2017, che consente ai Comuni di assumere personale aggiuntivo per la sicurezza con fini specifici e ulteriori rispetto a quelli consueti, utilizzando sponsor privati. È soprattutto a questa misura che si è rifatta la giunta di Forte dei Marmi per lanciare la sua iniziativa di raccolta di fondi privati per assumere vigili stagionali. Ma in generale è l'intero impianto dei decreti Minniti che si ritrova nell'iniziativa della cittadina toscana. A partire dall'ampliamento dei poteri dei sindaci. Non solo con lo strumento dell'ordinanza che consentono di porre limiti alla movida o al consumo di alcol, che in passato era già stato usato, e abusato, da tanti primi cittadini. I decreti volevano favorire anche un'impostazione «integrata» della sicurezza, spingendo le varie autorità a cooperare tra loro e con i privati. Minniti, messo sotto accusa da Saviano, secondo cui «sembra pensato per punire il disagio sociale», replicò prestandosi al solito giochetto tanto amato dalla sinistra di etichettare le leggi dicendo che «non era di destra», proprio perché aveva un approccio «comunitario».
E alla fine il ministro ha anche ceduto su alcuni punti, come le occupazioni abusive e la videosorveglianza: alle telecamere dei Comuni, ad esempio, alla fine è stato vietato di dare la caccia efficacemente alle auto rubate per «motivi di privacy».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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