La pazienza dei lavoratori italiani è ormai finita: le ripetute misure restrittive emanate prima dal governo Conte e poi dal governo Draghi per contrastare la dichiarata emergenza sanitaria hanno provocato gravi conseguenze sul tessuto economico del Paese, ed ora la categoria formata dalle partite Iva ha deciso di avviare una class action nei confronti del ministro della Salure riconfermato Roberto Speranza.
A darne notizia è il Direttore del Centro Studi Fiscal Focus Antonio Gigliotti, che punta il dito contro il ministero della Salute, reo di non aver attuato alcun piano pandemico, cosa "che ha avuto conseguenze catastrofiche non solo dal punto di vista sanitario ma anche dal punto di vista sociale ed economico. Nel 2017", prosegue Gigliotti,"l'Italia dichiarava all'Europa che non si era mai fatta un'analisi sull'impatto di una pandemia sulle attività produttive e che non si disponeva di un piano di recovery". Tutto questo ha portato il Paese a subire in modo ancora più pesante le ripercussioni economiche causate dalla pandemia e dalle misure restrittive imposte dall'alto. Danni che non sono stati affatto mitigati dai piani di aiuto studiati dai governi che si sono succeduti dopo l'inizio della crisi sanitaria. "Oggi i ristori sono irrisori rispetto alle perdite che gli imprenditori hanno dovuto subire", spiega ancora il direttore del Centro Studi Fiscal Focus. "Stiamo raccogliendo adesioni per portare in causa il Ministero della Salute che ha compromesso anche la cartella clinica di centinaia di migliaia di partite iva".
Aiuti improvvisati ed insufficienti a coprire i buchi lasciati dalla pesante crisi."Lo hanno detto proprio loro che i sostegni sono insufficienti. Questo significa che non avevano mai pianificato quanto budget avrebbero dovuto accantonare per sostenere le perdite delle imprese". La critica di Gigliotti si estende a colpire anche la eccessiva lentezza e macchinosità della campagna vaccinale, specie se si confrontano i dati nazionali con quelli di altri Stati esteri:"Siamo convinti che l'assenza di un piano pandemico e quindi di un piano operativo abbia costretto le imprese a chiusure per tempi prolungati oltre misura. Chi non ha fatto e avrebbe dovuto fare ora deve risarcire". Oltre al danno la beffa, dato che "mentre le aperture continuano ad essere incerte, le scandenze fiscali sono state confermate".
Continuano le proteste
Tante le proteste in questi ultimi giorni da parte dei lavoratori, arrivati oramai allo stremo. Varie manifestazioni hanno avuto luogo in varie zone dello Stivale e fra queste la più nota è stata quella di Roma, dove si sono verificati anche degli scontri con i rappresentanti delle forze dell'ordine. Con il passare dei giorni il dissenso non si è affatto esaurito: nella Capitale si stanno registrando ancora delle manifestazioni (ieri è stata la volta dei lavoratori del trasporto aereo per la questione Alitalia). Oggi le partite Iva sono invece scese in piazza a Molfetta (Puglia), dove i cittadini si sono riuniti dinanzi alla sede comunale di Lama Scotella. Per l'occasione è stato organizzato un vero e proprio funerale allo scopo di evidenziare la drammatica situazione in cui si trovano adesso alcune categorie lavorative. La Puglia, fra l'altro, si trova in zona rossa.
"Quando ci chiedete le tasse, ricordatevi che è più di un anno che non lavoriamo", è una delle tante voci riportate dal portale Molfettaviva. E ancora: "Chiediamo l'azzeramento dei costi Tari, se siamo stati chiusi perché dobbiamo pagare un servizio di cui non abbiamo usufruito? Abbiamo bisogno anche dell'ampliamento degli spazi di suolo pubblico, come avvenuto nel 2020".
Proteste anche a Bari, proprio presso la sede della giunta regionale, dove si sono incontrati diversi
rappresentati di partite Iva. I manifestanti hanno chiesto a gran voce le dimissioni del governatore Michele Emiliano e dell'assessore regionale alla Sanità, Pier Luigi Lopalco, ed il lungomare è stato bloccato al traffico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.