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La classifica che inchioda Conte: pessima gestione dell'emergenza Covid

Nell'elenco stilato dall'Economist dei Paesi che meglio hanno fronteggiato l'emergenza Covid-19, l'Italia non ha ottenuto un buon risultato, insieme a Spagna e Regno Unito

La classifica che inchioda Conte: pessima gestione dell'emergenza Covid

Nella gestione dell'emergenza legata alla diffusione del nuovo coronavirus, l'Italia di Giuseppe Conte avrebbe ottenuto uno dei risultati peggiori tra i 21 Paesi dell'Ocse presi in esame, classificandosi come uno degli Stati peggiori. A specificarlo, in queste ore, è stato il settimanale inglese the Economist, citato da Blitz Quotidiano. Nel ranking, infatti, l'Italia è risultata una delle realtà peggiori, insieme a Spagna e Regno Unito (sotto il nostro Paese si sarebbe piazzato soltanto il Belgio), con un punteggio pari a 2,22.

La situazione italiana

E nonostante la decisione di chiudere il Paese, con misure stringenti durate per settimane, l'Italia non si sarebbe distinta per azioni virtuose. Come riportato dal quotidiano, per calcolare il punteggio in classifica, la rivista inglese si è basata sulle misure messe in atto dai governi per cercare di contenere l'epidemia e le sue conseguenze. Tra queste, la capacità di individuare, monitorare e isolare in tempo utile i positivi al Covid-19 e la gestione dei ricoveri in ospedale (per coronavirus o altre patologie).

Il pasticcio dei malati

In base a quanto riportato dal quotidiano e a quanto emerso nell'analisi dei dati utili alla classifica nelle ultime settimane, in Italia diverse persone affette da nuovo coronavirusvirus sarebbero rimaste a casa (con sintomi) e alcuni di loro sarebbero stati esaminati, tramite tampone, soltanto nelle settimane successive. La rivista inglese, nell'analizzare la situazione di Italia e Spagna, avrebbe riconosciuto delle "attenuanti", visto che i due Stati sono stati i primi Paesi occidentali ed europei a risultare colpiti dall'emergenza sanitaria.

Il lockdown non basta

Come riferito dal quotidiano inglese, i dati, analizzati Paese per Paese, avrebbero dimostrato come il lockdown sia stato sì un mezzo utile a fermare i contagi, ma non sufficiente ad arrestare la diffusione del Covid-19. I Paesi che, infatti, meglio di altri hanno saputo fronteggiare l'emergenza sono stati quelli che hanno trovato i positivi a domicilio, i quali, una volta individuati, sono stati isolati, curati e ricoverati in tempo in caso di complicanze.

Le attenuanti e l'esempio virtuoso

Secondo quanto riportato dalla rivista, le giustificazioni considerate per un'analisi qualitativa della risposta all'emergenza sarebbero tre: l'età media della popolazione, l'incidenza dell'obesità e il numero di arrivi internazionali nei vari Stati. Secondo la classifica, il Paese che, in assoluto ha reagito nel modo più adeguato all'epidemia è stata la Nuova Zelanda, davanti ad Austria, Germania, Islanda, Norvegia, Danimarca e Israele.

Bocciato anche il Regno Unito

Nessun tipo di giustificazione per il Regno Unito, che si sarebbe "giocato" i giorni di vantaggio rispetto agli altri Paesi, con una serie di decisioni in contrasto tra di loro.

Nella lista degli Stati che meglio hanno risposto all'arrivo della nuova malattia, esattamente al centro si sarebbero collocati il Portogallo, la Francia, il Cile e gli Stati Uniti (più avanti rispetto a Giappone, Olanda, Corea del Sud, Svezia e Svizzera).

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