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Claudio Borghi: "Aula furiosa col governo, che sul Bilancio ci esautora"

Il deputato leghista attacca Conte: "Non ha cambiato il testo del Mes, ma solo il comunicato stampa"

Claudio Borghi: "Aula furiosa col governo, che sul Bilancio ci esautora"

È stato al centro della discussione in Aula per la risoluzione al Mes, dove è passata la "logica di pacchetto". Dure le sue critiche al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "Il testo della riforma del Mes non è cambiato di una virgola- attacca il deputato leghista Claudio Borghi-è cambiato il comunicato stampa".

E il "trucco" non sarebbe nemmeno una novità, perché sarebbe già stato usato a giugno: "C'era un risoluzione parlamentare chiara. Il governo ha fatto inserire anche la logica di pacchetto e ha fatto finta di guardare solo quello", dice Borghi in un'intervista alla Verità. Così, anche allora, il testo della riforma al Mes non era cambiato. E ora, "sta facendo il bis: è riuscito solo a prendere tempo". Infatti, ha fatto cambiare il comunicato stampa, sostituendo "finalizzare le discussioni" con "continuare a lavorare", e Bruxelles non ha firmato. Poi, ha iniziato "a dire che bisogna lavorare sulla subaggregazione dei titoli. Solo che pure questa era già prevista: lo dice il sito del Mes".

Paolo Gentiloni, commissario all'Economia dell'Unione Europea è intervenuto, aprendo alla revisione del Patto di stabilità, ma Borghi non è convinto della sua mossa: "Se i personaggi alla Gentiloni si ribellassero alle regole europee, sarei sorpreso come se il tappetino del mio bagno mi aggredisse", dice, spiegando che queste persone si sono distinte "per una lunga tradizione di subalternità acritica all' Ue".

Ma le critiche del leghista non risparmiano nemmeno Luigi Di Maio, a cui sarebbe "mancata la spina dorsale": "Puoi anche rimangiarti il 'mai con il Pd'- dice- ma non certe battaglie storiche, sapendo benissimo che il colpevole è Conte". Il presidente del Consiglio lo starebbe sbeffeggiando, "perché per dare addosso a Matteo Salvini deve dare addosso pure a lui". E pensando a Di Maio, Borghi ricorda "la figura, da commedia dell' arte, di quello che tira a campare. Però io ci spero ancora".

Poi il parlamentare leghista interviene sulla manovra: "La cosa che boccio di più è il metodo- sostiene- È inaccettabile che uno dei due rami del Parlamento non possa dire la sua sulla legge di bilancio. Ci sono 630 deputati incazzati neri". E tra loro si contano anche parlamentari appartenenti alla maggioranza.

E sulla vicenda della Banca Popolare di Bari, Borghi dice: "Se c'è un banchiere che ha sbagliato paghi. Se chi doveva vigilare non ha vigilato paghi. L' unico che non c'entra niente è il correntista". E su Bankitalia il governo sembra scricchiolare: "La coperta è corta: il 2,2% di deficit non basta. E questi dovevano ottenere flessibilità dall' Europa...". E proprio sul deficit, ricorda Borghi, "si consumò il primo tradimento di Conte": l'accordo stipulato con la maggioranza era del 2,4%, ma Conte "cedette subito alle pressioni dell'Europa" e chiuse al 2,04%.

"Ha ragione Giulio Tremonti- conclude il leghista-Conte è l' avvocato che patteggia il massimo della pena".

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