Il nuovo direttore della Cia Mike Pompeo ha incontrato in segreto Kim Jong-un nella settimana di Pasqua. Lo scrive il Washington Post. Il presidente degli Stati Uniti aveva anticipato al premier giapponese Shinzo Abe, in visita nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, che tra Washington e Pyongyang c'erano stati «contatti diretti a livello molto alto» e poi ha confermato con il solito sistema del tweet l'avvenuto incontro tra Pompeo e Kim.
Un colpo di scena che segna di una notevole accelerazione del processo che dovrebbe portare, sembra entro i primi di giugno, all'incontro ufficiale tra Donald Trump e il leader nordcoreano. Un incontro al quale vengono annesse notevoli ambizioni: se si riuscirà a concordare la fine del programma militare nucleare di Pyongyang con adeguate garanzie per la sopravvivenza del regime di Kim, si potrebbe giungere addirittura a firmare un trattato di pace tra le due Coree, formalmente tuttora in stato di guerra dopo l'armistizio del 1953.
«Mike Pompeo ha incontrato Kim Jong-un in Corea del Nord la scorsa settimana - si legge nel messaggio di Trump su Twitter -. L'incontro è andato molto bene e si è formata una buona relazione. Ai dettagli del vertice si sta lavorando ora». Trump lascia intendere che l'accordo implichi anche un'intesa economica tra i due Paesi: «La denuclearizzazione - si legge nel tweet del presidente americano - sarà una grande cosa per il mondo, ma anche per la Corea del Nord!».
Resta da vedere se il percorso avviato dal capo della Cia a Pyongyang sarà effettivamente produttivo. Anche altri attori sono attivi in questa complessa vicenda, primo fra tutti il presidente cinese Xi Jinping che a breve (forse subito dopo l'incontro con Trump) restituirà la visita che Kim gli ha reso a Pechino il mese scorso. C'è poi il presidente sudcoreano Moon Jae In, che il 27 aprile ha in programma di incontrare il dittatore del Nord nella zona di confine smilitarizzata di Panmunjom. Prima del summit di giugno, tanti pezzi di un puzzle internazionale complicatissimo dovranno andare a posto, anche quello del Giappone, preoccupato che la «voglia matta» di Trump di ritagliarsi un capitolo nei libri di Storia siglando la pace con la Corea del Nord abbia come ricaduta dei rischi concreti per Tokio.
In attesa che il lavoro dei diplomatici lo renda possibile, si ipotizza quale potrà essere la sede dell'incontro tra Kim e Trump. Pyongyang, Seul, Pechino e Panmunjom paiono improbabili. Più realistico che la scelta cada su una località neutra.
In Asia ci sono due capitali, Bangkok e Singapore, che sembrano adatte perché ospitano due delle rare sedi diplomatiche nordcoreane; si parla anche della Mongolia che permetterebbe a Kim, che non ama volare, di raggiungerla in treno. Altre ipotesi considerano invece Ginevra o Stoccolma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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