Comandante sotto accusa. "Morte e torture a Bucha"

Kolotsey ha ucciso 4 persone disarmate

Comandante sotto accusa. "Morte e torture a Bucha"

C'è il primo accusato per il massacro di Bucha, la città dove nelle fosse comuni sono stati trovati centinaia di cadaveri di civili massacrati dai russi al momento di ritirarsi dalla città nell'hinterland di Kiev. Sergey Kolotsey, comandante di un'unità della Guardia nazionale russa, è stato accusato di aver «ucciso quattro uomini disarmati» a Bucha il 18 marzo, persone che «sono state trovate con le mani legate dietro la schiena e segni di torture». Kolotsey è anche accusato di «aver torturato un altro civile il 29 marzo».

A riferirlo è il procuratore generale ucraino Iryna Venediktova, che su Telegram dà qualche dettaglio in più. «È stato anche stabilito che il militare russo ha costretto un'altra vittima a confessare attività sovversive contro l'esercito russo. Per fare questo, ha picchiato l'uomo in particolare con il manico del fucile. Fingendo un'esecuzione ha sparato vicino all'orecchio di un civile disarmato. Sono in corso verifiche per stabilire se è responsabile di altri crimini».

La procuratrice generale dell'Ucraina il giorno prima aveva affermato che è in corso un'indagine su nuovi casi di presunti crimini di guerra da parte delle forze russe per un totale di 9.158 procedimenti penali. «Abbiamo già identificato specifici criminali di guerra», ha affermato la Venediktova. «Ci sono 15 persone nella regione di Kiev, ad esempio, 10 delle quali a Bucha. Le riteniamo responsabili di torture, stupri e saccheggi», ha aggiunto secondo quanto riferisce la Cnn online.

La scorsa settimana i pubblici ministeri ucraini hanno reso noto i nomi e i volti di dieci soldati russi sospettati di una serie di crimini a Bucha. Sull'identificazione delle vittime della strage, Venediktova ha affermato che su alcuni cadaveri è impossibile il riconoscimento e vengono raccolti campioni di Dna. «Purtroppo abbiamo motivi per aprire nuovi casi ogni giorno: per la morte di civili, i bombardamenti, la deportazione dei nostri cittadini e bambini nei territori occupati e nel territorio dello Stato aggressore», ha proseguito la procuratrice. «I casi - ha sottolineato - riguardano le regioni di Kiev, Chernihiv e Sumy». Sulle indagini, l'Ucraina sta ricevendo assistenza internazionale. «Ora abbiamo un team di esperti francesi e della Slovacchia. Stiamo aspettando quelli della Lituania attesi per martedì prossimo», ha detto Venediktova.

La Russia invece ha sempre sostenuto che i massacri di Buca sono delle fake news.

Il ministero della Difesa russo di Mosca in comunicato aveva garantito che durante il controllo russo sulla città di Bucha nessun tipo di violenza era stata esercitata contro i residenti e aveva portato come prova il fatto che «i cadaveri pubblicati dal regime di Kiev, ad almeno quattro giorni dalla morte non sono diventati rigidi».

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