Grillo scatena il complottismo ma cavalca una ricerca-bufala

Il comico tenta di convincere le mamme bio che il rischio di autismo esista per davvero

Grillo scatena il complottismo ma cavalca una ricerca-bufala

Di fronte gli asili nido e sui social network il no ai vaccini è un ritornello martellante, da anni. E assolutamente infondato. Ma vallo a dire alle mammine «salutiste», quelle che mangiano solo bio e che pensano di avvelenare i propri figli portandoli all'Asl a vaccinarsi. «Attente - scrivono alle amiche nelle chat - le vaccinazioni possono portare all'autismo».

Ma cosa c'è dietro a queste false convinzioni? Una forte disinformazione associata a un movimento complottista che sulla rete si è auto-alimentato negli anni. I medici hanno smentito in tutte le salse i legami tra vaccinazioni dei bambini e autismo, ma il tritacarne del web ha dato più credito alle teorie «terroristiche». Che hanno attecchito soprattutto fra seguaci del new age , vegani e fanatici del tutto-naturale-costi-quel-che-costi. Tanto che, in base a una ricerca svolta nel 2013, risulta che su cento siti dedicati ai vaccini, 95 sono contrari.

I colpevoli del «complotto» hanno nome e cognome. Sono due: l'ex medico Andrew Wakefiel e Beppe Grillo. Comincia tutto nel 1998, in Inghilterra, quando il «fu» chirurgo Wakefield pubblica su The Lancet, una delle più importanti riviste mediche al mondo, un lavoro che mette in collegamento l'autismo con il Mpr, il vaccino trivalente per morbillo, parotite (gli orecchioni) e rosolia. La comunità scientifica denuncia la follia dello studio e viene presto a galla la bufala: si scopre che Wakefield è stato pagato per alterare i risultati dello studio per supportare una serie di cause giudiziarie intentate da un avvocato contro le case farmaceutiche produttrici dei vaccini. Lo studio viene ritirato dalla rivista.

Evidentemente la voce non arriva fino ai parlamentari Cinque Stelle che, nel febbraio 2013, presentano una proposta di legge per boicottare i vaccini e il business correlato e richiamano l'autismo tra le possibili malattie legate a un uso improprio delle vaccinazioni. La proposta viene poi ritirata e il movimento si giustifica: «Non abbiamo mai detto che il vaccino causa l'autismo, abbiamo solo parlato di un collegamento tra il vaccino e alcune malattie».

Andando a leggere il testo delle proposta di legge, che ancora circola on line, si legge che «recenti studi hanno messo in luce collegamenti tra le vaccinazioni e malattie specifiche quali leucemia, intossicazioni, infiammazioni, immunodepressioni, mutazioni genetiche trasmissibili, malattie tumorali, autismo e allergie». Ecco, si parla pure di mutazioni genetiche (in base a «recenti studi» non meglio specificati), giusto per creare un po' di sano allarmismo e far perdere fiducia nel sistema. Una mossa politicamente astuta per manovrare le masse contro i poteri forti ma un atto che i medici definiscono pura «irresponsabilità sociale». Ma l'origine del pericoloso tam tam anti vaccini risale ad ancor prima.

Gira che ti rigira, ecco che arriviamo alla data clou dei grillini: 8 settembre 2007, il Vaffa day . È quello il contesto in cui Beppe Grillo si lancia in un'invettiva anti vaccini e, dal palco, convince le mamme a boicottare la chiamata dell'Asl. «Siamo l'unico paese dove esistono 10 vaccini obbligatori - sbraita dal palco - Ti dicono che sei obbligato a curarti. Tra un po' ti diranno che è obbligatorio anche giocare anche il gratta e vinci e sosterranno che è un tuo diritto a vincere».

E poi mette a segno il danno sociale più grosso: la sua teoria anti vaccini. Roba che fa rabbrividire il mondo scientifico ma che purtroppo attecchisce fra parecchi e viene «ufficializzata» nelle chiacchiere da bar: «Prendi un bimbo sano - fa la sua lezione Grillo - con un sistema immunitario perfetto. Gli inoculi un piccolo virus, in modo che lo abitui un po', che agirà quando arriverà il virus più grosso.

Ma se il virus più grosso non arriva, il virus piccolo gira e gli abbassa le difese immunitarie. Ed ecco tutti i bimbi raffreddati e a letto malati». La sanità secondo Grillo ha creato parecchi danni. Ma a lui poco importa, meno del consenso politico.

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