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Comizi e uscite, Annunziata già in campo per il Pd

Il tour della giornalista alle feste dem. Il piano per candidarla alle Europee al Centro

Comizi e uscite, Annunziata già in campo per il Pd

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È bastato poco - una comparsata alla Festa dell'Unità di Roma con Nicola Zingaretti, l'annuncio di un futuro dibattito sempre lì con Roberto Speranza - per riaccendere il tormentone: Lucia Annunziata sarà candidata in Europa con il Pd?

La voce aveva preso a girare subito dopo il fragoroso addio della giornalista alla Rai «della destra» (che peraltro le aveva riconfermato il contratto): «Sarà capolista nel Sud per il partito di Elly Schlein», assicuravano le voci interne. Niente da fare, invece: già nel 2019 Annunziata aveva detto no all'allora segretario Zingaretti, che voleva metterla in lista, e anche stavolta non ha intenzione di trasferirsi nel Mezzogiorno scosso dalle battaglie tra vecchi e nuovi «cacicchi». Anche perchè sa bene che su quel posto ha già messo gli occhi Sandro Ruotolo, attualmente privo di stipendi parlamentari ma indaffaratissimo ad affermarsi come vero luogotenente di Elly Schlein: è lui che dà la linea sulle questioni che appassionano il nuovo Pd, dalle poltrone Rai alla guerriglia per far fuori Vincenzo De Luca e candidare al suo posto il grillino Roberto Fico. Ed è noto che tra Annunziata e Michele Santoro - e dunque, per la proprietà transitiva, anche tra lei e il pupillo tv di Santoro - non corre buon sangue: «Non la sopporto», ha ammesso in tv Michelone. E Ruotolo - che in pubblico fa finta di difenderla dalle presunte «epurazioni» Rai - segue a ruota. Annunziata, spiegano nel Pd, punterebbe a candidarsi nel Centro. Corrisponde perfettamente all'identikit del capolista schleiniano: donna, esterna al Pd, dotata di gran visibilità. Solo che nella circoscrizione Centro c'è la giungla: si vuole candidare la «braccia destra» di Elly, Marta Bonafoni (al momento ha solo un posto da consigliere regionale nel Lazio, e vuole uno scatto di carriera), si vuole candidare Zingaretti, che insieme a Dario Franceschini è l'unico ex big cui Schlein dà ascolto: e infatti ieri lo ha premiato, tra polemiche interne, con la presidenza della Fondazione Pd tolta a Gianni Cuperlo. Si vogliono candidare i sindaci di Firenze Nardella e di Pesaro Ricci. E si vuole candidare Laura Boldrini, anche lei in gran sintonia col nuovo corso. Un caos, che al momento nessuno - men che meno la segretaria - sembra in grado di governare. Sulla partita europea regna ancora la più grande confusione, e ne fa le spese anche Annunziata. Elly la vedrebbe volentieri capolista, come Cecilia Strada nel Nord-Ovest, ma deve fare i conti con le molte bocche da sfamare. Poi c'è l'incognita Paolo Gentiloni: l'ex premier e attuale commissario Ue ha chiarito di non avere alcuna intenzione di correre, ma molti nel Pd guardano a lui come unico possibile contraltare alla deriva schleiniana.

E dunque è in corso un pressing per farlo candidare, o quantomeno per fargli accettare la presidenza del Pd se, come probabile, l'attuale presidente Stefano Bonaccini si candiderà alle Europee nella circoscrizione Nord-Est, con l'ambizione di diventare capogruppo Pse a Strasburgo se il Pd (causa declino degli altri partiti socialisti) risultasse primo nella famiglia in Europa.

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